Si parla di cambiamenti sostanziali per il prossimo anno riguardanti la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi. Vediamo cosa potrebbe accadere.
Negli ultimi anni, c’è stato un aumento significativo del numero di programmi di prepensionamento.
Questi programmi includono quelli che sono scaduti e non sono stati rinnovati, così come quelli nuovi che sono stati introdotti per sostituire quelli vecchi.
Uno di questi programmi che entrerà in vigore nel 2024 si chiama Quota 96. Questo programma consente alle persone di andare in pensione con 35 anni di contributi.
Pensione con 35 anni di contributi: cosa cambierà dal 2024?
Sulla base delle recenti discussioni condotte tra i funzionari del governo, sembra che l’attuazione tanto attesa di Quota 41, fortemente auspicata dalla Lega, non si realizzerà.
I vertici dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) hanno costantemente sottolineato che questo provvedimento graverebbe eccessivamente le finanze dello Stato e non sarebbe economicamente sostenibile nel lungo periodo.
Ciò è particolarmente vero se si considera l’intenzione del governo di destinare le proprie risorse a molteplici aree oltre la sicurezza sociale, in particolare in relazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Tuttavia, nonostante queste circostanze, il pensionamento in Italia è una questione che avviene molto più tardi rispetto ad altre attività comuni, rendendo necessaria l’attuazione di un programma di prepensionamento.
In questo particolare quadro assume rilievo la reintroduzione di una precedente misura pensionistica, abbandonata nel 2011 a seguito della riforma Fornero.
Considerate le critiche rivolte alla riforma varata dall’amministrazione Monti, spesso caratterizzata come una politica che considera i pensionati italiani come una fonte di reddito per lo Stato, il governo Meloni ha scelto di rivisitare il passato.
La reintroduzione di Quota 96 è finalizzata a consentire ai lavoratori il pensionamento anticipato rispetto all’ampia durata delineata dalla vigente normativa previdenziale.
Quota 96 il prossimo anno: come funzionerà?
È già allo studio l’inserimento della Quota 96 nella Legge di Bilancio 2024, che prevede la possibilità di prepensionamento a 60 anni, a condizione che il soggetto abbia maturato 35 anni di contribuzione.
Questa misura, che è stata rimpiazzata dalla pensione generica anticipata dopo l’attuazione della riforma Fornero, consente attualmente di andare in pensione dopo avere versato 42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età.
L’eventuale rilancio di questo precedente provvedimento è attualmente in discussione all’interno del Governo, e sembra che vi siano ancora numerose questioni irrisolte da affrontare.
Dato l’attuale panorama economico, l’attuazione della Quota 96, sebbene un tempo ampiamente accolta, rappresenterebbe ora un’impresa significativamente più complessa.
Nel 2023 si è registrato un aumento significativo del numero dei pensionati in Italia rispetto al 2011. A seguito dell’aumento della spesa in vari settori, i fondi destinati alla previdenza sociale non sono più adeguati.
Conseguentemente, si prevede che in caso di mantenimento della Quota 96 per il prossimo anno, essa sarà attuata con una serie di limitazioni al fine di ridurre il bacino degli aventi diritto e preservare le risorse finanziarie dell’INPS.
Pensione con 35 anni di contributi: quali sono gli svantaggi
Uno dei principali svantaggi di Quota 96, rispetto alle misure alternative, è che sarà calcolata su base contributiva, come tutte le altre forme pensionistiche.
Di conseguenza, i contributi disponibili saranno limitati a 35 anni, contro i 42 anni standard, con conseguente diminuzione dell’indennità mensile.
Inoltre, aderendo alla normativa vigente della legge pensionistica italiana, optare per il pensionamento a 60 anni comporterebbe una riduzione della pensione mensile rispetto al pensionamento a 67 anni.
Una eventualità che in molti si aspettano è che Quota 96 venga limitata soltanto a una determinata tipologia di lavoratori.
La cosa più plausibile è che la misura potrebbe essere utilizzata solo da coloro che hanno svolto mansioni faticose o pesanti, esattamente come avviene con il pensionamento anticipato. Nei prossimi mesi si avranno notizie più certe.