96 euro al mese in più per questi pensionati, accadrà a partire da luglio: per chi

A partire dal mese di luglio ci saranno 96 euro al mese in più per questi pensionati. Andiamo a vedere chi sono i fortunati.

Soldi in mano
Soldi in mano -oipamagazine.it

A partire da luglio le pensioni minime saranno portate a 600 euro, con versamenti retroattivi. Tuttavia, questo aumento non si applicherà a tutti in Veneto.

Solo il 44% dei beneficiari di circa 500 euro vedrà l’aumento applicato, in quanto applicabile esclusivamente alla previdenza professionale.

Sono escluse da tale aumento le pensioni di indennità o assistenziali. Tina Cupani, segretario generale dei pensionati Cisl FNP in Veneto, esprime la sua indignazione, affermando che è una presa in giro che non tutti gli anziani che percepiscono pensioni minime o inferiori possano beneficiare di questi aumenti, che hanno anche carattere temporaneo.

96 euro al mese in più per questi pensionati

La validità di tali misure, della durata di un anno, è stata stabilita dalla Legge di Bilancio con l’intento di contrastare le nefaste conseguenze delle pressioni inflazionistiche attese ed osservate negli anni 2022 e 2023.

Tale manovra è stata ufficialmente approvata dal Parlamento nel mese di dicembre e successivamente confermata da un comunicato stampa dell’INPS.

In termini di valore monetario, le persone fino a 75 anni avranno un aumento dell’1,50%, pari a ulteriori 8,46 euro al mese, pari a 96 euro circa all’anno.

96 euro al mese in più
96 euro al mese in più – oipamagazine.it

Pertanto, l’importo minimo della pensione passerà da 563,74 a 572,20 euro. Più consistente l’aumento per le persone di età superiore ai 75 anni, con un aumento del 6,4% corrispondente a 36,08 euro aggiuntivi al mese.

Di conseguenza, la rivalutazione porterà l’importo della pensione da 563,74 a 599,82 euro. Queste cifre riviste si rifletteranno nel pagamento della pensione di luglio, inclusi i pagamenti retroattivi da gennaio (circa 48 euro per chi ha meno di 75 anni e 216 euro per chi ha più di 75 anni).

Sulla base del Rapporto INPS sui pensionati nel 2022 (che riguarda i dati del 2021), i ricercatori che collaborano con FNP hanno calcolato che su 1.288.973 pensionati veneti, sono 87.669 coloro che percepiscono una pensione mensile di 500 euro (pari a circa 6,8% del totale).

I chiarimenti da parte dell’INPS

Tuttavia, alla luce della circolare INPS che in primavera ha fornito chiarimenti, è evidente che l’agevolazione antinflazionistica è applicabile solo alle pensioni da lavoro.

Di conseguenza, 49.149 persone (56%) non potranno beneficiare dell’aliquota di rivalutazione in quanto non titolari di una pensione di lavoro ma percepiscono un assegno sociale o altre forme di indennità rientranti nella categoria delle prestazioni assistenziali.

Il gruppo più numeroso è costituito dai non dipendenti che percepiscono l’indennità “minima” e hanno percepito un aumento separato.

Nel caso delle pensioni sociali, l’importo è passato da 469,03 euro nel 2022 a 503,27 euro quest’anno.

INPS
INPS – oipamagazine.it

Il provvedimento di adeguamento dell’indennità di lavoro interesserà 38.520 persone, pari al 43,9% di coloro che percepiscono un’indennità di circa 500 euro.

In questa fascia rientra anche un ristretto numero di pensionati che, sommando indennità di lavoro e integrazione previdenziale, non superano ancora la soglia.

La percentuale di aumento sale al 78,2% per le persone di età superiore ai 75 anni, pari a 11.919 su 15.245 che riceveranno un aumento fino a 550 euro.

Le province venete coinvolte

La provincia che risentirà degli effetti più significativi della misura perequativa è Belluno, con un totale di 2.511 individui, pari al 55,8% di coloro che rientrano nella soglia minima.

Segue a ruota Treviso, con almeno 7.450 pensionati, pari al 47,6% della popolazione avente diritto. Verona conta 7.318 individui interessati, pari al 45,1% del totale.

Seguono Venezia con 6.701 persone (43,2%), Vicenza con 6.640 (41,6%), Padova con 6.436 (41,1%) e Rovigo con 1.504 pensioni (36,3%).

“Ribadiamo la richiesta di affrontare la riforma tributaria e la riforma pensionistica in maniera organizzata e simultanea”, ha dichiarato Tina Cupani. “Per gli anziani, la salvaguardia del potere di acquisto è fondamentale”.

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