96 euro di aumento per queste pensioni, chi troverà più soldi sul cedolino e quando

A luglio per diversi pensionati sono previsti 96 euro di aumento della propria pensione. Vediamo chi esattamente ne ha diritto.

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Mentre la crisi della pandemia di Covid-19 inizia a placarsi, le questioni relative al sistema pensionistico tornano in primo piano.

Nel corso della nostra storia economica e sociale, l’erogazione di pensioni per motivi sia politici che non politici è rimasta un evento costante e sfortunato, rendendo costantemente le pensioni un problema persistente per la popolazione italiana.

L’Italia presenta una vasta gamma di opzioni pensionistiche, che vanno dai piani di prepensionamento alle pensioni tradizionali dipendenti esclusivamente dalle retribuzioni recenti.

Inoltre, alcuni ruoli dirigenziali e non dirigenziali godono di privilegi ingiustificati. Quota 103 è solo l’aggiunta più recente a questo vasto assortimento.

Il problema di fondo risiede nella natura insostenibile del sistema attuale, in quanto vi è un numero eccessivo di pensioni, molte delle quali non adeguatamente finanziate.

Gli italiani considerano sacrosanta la loro pensione, e qualsiasi modifica ad essa è ritenuta inaccettabile.

96 euro di aumento per queste pensioni

La notizia positiva è che a luglio entreranno in vigore le proposte di miglioramento delle pensioni minime previste dalla Legge di Bilancio.

Secondo l’INPS, chi riceve un assegno pari o inferiore alla prestazione minima di 563,74 euro, se ha meno di 75 anni, avrà un aumento dell’1,5% dei pagamenti, comprensivi di eventuali arretrati.

Chi ha più di 75 anni riceverà un aumento del 6,4%. Per le persone sotto i 75 anni, ciò equivale a ulteriori 8,46 euro al mese (96 euro circa all’anno), per un totale di 572,20 euro.

96 euro di aumento sulle pensioni luglio
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Per gli over 75 l’aumento ammonta a 36,08 euro in più al mese, per un esborso complessivo di 599,82 euro.

Se un beneficiario compie 75 anni nel 2023, l’aumento sarà adeguato di conseguenza a partire dal mese successivo.

Indipendentemente dall’età, l’aumento sarà di 2,7 punti percentuali per l’anno 2024. L’aumento sarà applicabile da gennaio 2023 a dicembre 2024, compresa la tredicesima mensilità, e terrà conto delle pensioni percepite da altra fonte.

Inoltre, l’INPS distribuirà la quattordicesima mensilità a circa tre milioni di pensionati aventi diritto unitamente alla rata di luglio, secondo i criteri stabiliti dalla legge, compresi i requisiti reddituali.

I dati rilasciati da Unimpresa

Nel corso dei prossimi quattro anni, da qui al 2026, l’Italia dovrebbe aumentare la spesa per le pensioni di quasi 65 miliardi di euro.

Ciò rappresenta una crescita del 22% rispetto all’anno 2022. L’importo totale destinato alle prestazioni pensionistiche dovrebbe raggiungere i 318 miliardi di euro nel 2023, con un aumento di 21 miliardi di euro (7%) rispetto all’anno precedente.

Questa tendenza al rialzo continuerà nel prossimo triennio, con incrementi rispettivamente di 22 miliardi, 10 miliardi e 11 miliardi di euro, per un totale di 362 miliardi di euro entro la fine del 2026.

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In percentuale del prodotto interno lordo (PIL), la spesa pensionistica è stata del 15,6% nel 2022 ed è prevista salire al 15,8% quest’anno, per raggiungere il 16,1% entro la fine del 2026.

Questi dati, secondo quanto riportato dal Centro Studi di Unimpresa, costituiscono il quadro di finanza pubblica che il governo deve orientarsi per onorare i suoi recenti impegni nei confronti dei pensionati.

È fondamentale affrontare le questioni relative alle pensioni, ma è altrettanto importante affrontare la questione con una comprensione realistica dei vincoli finanziari ed evitare di fare promesse che non possono essere mantenute.

Il governo ha comunicato provvedimenti che comportano una spesa di 10 miliardi per le finanze pubbliche, ma attualmente ci sono soltanto un paio di miliardi effettivamente disponibili.

“L’andamento della spesa, in assenza di queste nuove misure, sta già crescendo in modo significativo e quindi il margine di manovra è particolarmente limitato” commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

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