Andare in pensione all’età di 62 anni. Una regola che vale per specifici soggetti. Controlla se fai parte di tali categorie.
Grazie alla nuova Quota 103, avrai l’opportunità di goderti il meritato riposo anticipatamente, con 62 anni di età e 41 anni di contributi. È un cambiamento significativo, anche se potrebbe non esser valido per tutti, in particolare per coloro che sono nati nel 1962 e che non compiono 62 anni nel corso del 2023, a meno che la Quota 103 non sarà prorogata anche nel 2024. Ecco cosa c’è da sapere al riguardo.
Pensione a 62 per i nati nel 1962: cosa c’è da sapere
Nel corso del 2023, è stata introdotta una misura denominata Quota 103. Questa misura rappresenta una variante della già esistente Quota 41, ma è riservata esclusivamente a coloro che hanno raggiunto l’età di 62 anni.
È importante evidenziare che la Quota 103 sarà valida solo per l’anno in corso, visto che scade il prossimo 31 dicembre 2023.
Questa particolare circostanza implica un potenziale divario di cinque anni tra le persone nate nel 1961 e quelle nate nel 1962.
Concretamente, coloro che hanno compiuto 62 anni nel corso del 2022 possono accedere alla Quota 41, mentre coloro che compiono 62 anni nel 2023 possono beneficiare della Quota 103 durante tutto l’anno corrente.
Tuttavia, ciò significa che la Quota 103 non sarà disponibile per coloro che raggiungeranno i 62 anni a partire dal 2024.
Infatti, coloro nati nel 1961 hanno avuto l’opportunità di usufruire della Quota 103 e di ritirarsi dal lavoro quest’anno.
A partire dai 62 anni di età e con un minimo di 41 anni di contributi versati, è possibile beneficiare di questa possibilità. Tuttavia, coloro nati nel 1962 al momento non possono accedere a questa opzione.
Di conseguenza, nel 2023 vi sono individui che hanno solo 61 anni di età e che, nonostante abbiano raggiunto i 41 anni di contributi versati, non possono ancora usufruire della Quota 103.
È molto probabile che il governo confermi questa misura anche per il 2024, a meno che non intervengano modifiche nelle politiche attuali.
Quota 103 nel 2024: ecco come funzionerà
Potrebbero ottenere l’accesso alla pensione, come nel caso dei nati nel 1961, tutti coloro che sono nati nel 1962 e che, entro il 2024, raggiungeranno sia i 62 anni di età che avranno versato contributi per almeno 41 anni.
La misura proposta prevede essenzialmente le stesse condizioni della normativa attualmente in vigore. Ciò implica che, oltre ai requisiti di età e contributi, alcune restrizioni saranno mantenute.
In particolare, vengono applicati dei limiti sull’importo della pensione e sulla possibilità di cumulare redditi da lavoro con i redditi di pensione.
Queste restrizioni sono state introdotte al fine di garantire un bilanciamento finanziario del sistema previdenziale. Pertanto, coloro che accederanno alla pensione dovranno rispettare tali limitazioni, al fine di mantenere la sostenibilità del sistema stesso.
È importante sottolineare che questi vincoli potrebbero essere soggetti a modifiche nel tempo, in base all’evoluzione delle politiche previdenziali e agli scenari economici.
Tuttavia, al momento attuale, è prevista una proroga della normativa in vigore per i nati nel 1962, con gli stessi requisiti applicati ai nati nel 1961.
Le limitazioni della Quota 103
Sulla quota 103 sono presenti due importanti limitazioni. La prima riguarda l’importo massimo della prestazione, che non può superare 2,5 volte il trattamento minimo INPS.
Questo significa che se il trattamento minimo per il 2023 è di 567,94 euro, la pensione raggiungerà al massimo i 2.839,7 euro lordi.
Di conseguenza, se un lavoratore decide di andare in pensione con la Quota 103 e la sua pensione supera questa cifra, dovrà fare i conti con una riduzione dell’importo.
Questa disposizione rappresenta una limitazione che si applica per l’intera durata della Quota 103, ovvero fino ai 67 anni di età.
La stessa restrizione si applica anche al divieto di sommare i redditi provenienti dalla pensione con quelli derivanti dal lavoro.
In pratica, i pensionati che usufruiscono della Quota 103 non possono lavorare, a meno che svolgano solamente piccole attività occasionali come lavoratori autonomi, sempre nel rispetto del limite di reddito annuo di 5.000 euro.
Tuttavia, una volta raggiunti i 67 anni di età, questi lavoratori potranno evitare questa limitazione.