Meglio controllare la busta paga perché potrebbe esserci un aumento non previsto. In questo articolo ne parleremo diffusamente.
Negli ultimi tempi, l’aumento dell’inflazione ha lasciato innumerevoli famiglie e lavoratori in difficoltà per soddisfare i propri bisogni finanziari.
L’aumento del costo di beni e servizi ha messo a dura prova i bilanci delle famiglie. In risposta, il governo è intervenuto ideando una serie di bonus e agevolazioni per aiutare le famiglie che si trovano ad affrontare circostanze particolarmente difficili.
A quanto è l’inflazione in Italia?
Secondo i primi calcoli diffusi oggi dall’Istat, l’inflazione in Italia è in calo a maggio. Sebbene ad aprile si sia registrato un lieve aumento dovuto all’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità, per maggio è previsto un calo, che farà tornare l’indice dei prezzi al consumo sui livelli di marzo.
Sulla base dei dati di maggio, l’inflazione annua in Italia è attualmente al 7,6%, in calo rispetto all’8,2% registrato nel mese precedente.
La causa principale della decelerazione è la significativa diminuzione dei prezzi del gas e dei prodotti energetici non regolamentati.
In secondo luogo, può essere attribuito alla diminuzione delle vendite di alimenti trasformati, merci legate ai trasporti e altri servizi.
Mentre il calo dell’inflazione è certamente una buona notizia, Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale dei consumatori (UNC), sottolinea che le famiglie sono ancora alle prese con una serie di problemi.
I prezzi, infatti, hanno continuato a salire, aumentando dello 0,3% a maggio 2023 rispetto ad aprile.
Per una famiglia composta da una coppia con due figli, un tasso di inflazione del 7,6% si traduce in uno sbalorditivo colpo di 2.257 euro su base annua, con 915 euro utilizzati esclusivamente per coprire l’aumento dell’11,9% dei prezzi di alimenti e bevande.
Per una famiglia con un solo figlio la spesa aggiuntiva ammonta a 2.069 euro, di cui 826 euro dedicati a cibo e bevande.
In media le famiglie affrontano una spesa aggiuntiva di 1.727 euro, di cui 671 destinati ad alimenti e bevande analcoliche.
L’impatto più significativo viene avvertito dalle famiglie più numerose con più di tre figli, che registrano un aumento di 2.540 euro, con 1.093 euro spesi solo per spese di ristorazione. Dona conclude che la situazione per le famiglie è lungi dall’essere risolta.
Per fortuna, ad aiutare moltissime famiglie italiane in difficoltà ci sono i bonus.
I bonus a favore dei consumatori in busta paga
Nel 2023 rimangono numerosi bonus disponibili a richiesta e altri bonus che diventeranno attivi nei mesi di luglio e settembre.
Ci sono notizie positive per quei lavoratori che soddisfano determinate qualifiche di reddito. L’obiettivo del governo è ridurre la spesa per il lavoro e stimolare l’occupazione, che è aumentata in risposta alla ripresa economica post-pandemia e all’introduzione di riforme strutturali.
La riduzione del cuneo fiscale e la diminuzione dei contributi previdenziali sia per i dipendenti che per i datori di lavoro sono state ben accolte.
A partire da luglio, una parte dei dipendenti osserverà un aumento della propria busta paga a causa di un aumento degli sgravi contributivi concessi ai propri datori di lavoro.
Si precisa che spetta allo Stato versare all’INPS i contributi previdenziali ai fini pensionistici.
Le persone che guadagnano uno stipendio lordo di 2.962 euro o meno hanno diritto a un taglio contributivo del 4%.
Se un individuo ha una busta paga lorda inferiore a 1.923 euro, ha diritto a una riduzione di quattro punti percentuali che si aggiunge al 3% dell’anno precedente.
Ciò si traduce in un aumento della busta paga, che può ammontare a un massimo di 65 euro per i redditi più alti, inferiore all’aumento previsto di 100 euro previsto dal governo.
All’aumentare della somma in busta paga, aumenta anche il reddito imponibile che è soggetto al calcolo e al pagamento dell’Irpef.
Alla base della riforma fiscale c’è la riforma dell’Irpef, che mira a diminuire gradualmente il numero delle aliquote esistenti, riducendo al contempo il carico fiscale complessivo.