Su un terreno non edificabile è possibile costruire? Dipende da alcune circostanze specifiche. Andiamo ad analizzare l’argomento.
I terreni non edificabili molto spesso vengono utilizzati per scopi agricoli, pascolo del bestiame e altre funzioni.
Sebbene queste aree siano intrinsecamente inadatte per strutture edilizie come abitazioni e capannoni, esistono alcune eccezioni.
Possono essere ammesse specifiche costruzioni, anche ad uso abitativo, pur con la necessità di speciali permessi.
È importante esaminare la normativa che regola l’edificazione su terreni agricoli e la possibilità di modificarne la destinazione d’uso.
Terreno agricolo: quando è consentito costruire?
Quando si tratta di costruire su terreni agricoli o non edificabili, ci sono molte limitazioni e restrizioni da considerare.
Tuttavia, è possibile costruire un edificio su questo tipo di terreno se il proprietario è un agricoltore diretto o un imprenditore agricolo e intende utilizzare l’immobile come prima abitazione o per ospitare i propri lavoratori.
Se il terreno non è destinato a questi scopi, il permesso di costruzione può essere rifiutato dalle autorità.
Inoltre, è consentito costruire su questo terreno magazzini realizzati con materiali a basso impatto, specifici per lo stoccaggio di materiali agricoli, veicoli o silos per cereali.
La costruzione commerciale può anche essere consentita senza qualifiche. Vivere su terreni agricoli ha i suoi vantaggi, come essere lontani dal rumore e dal trambusto della città.
Tuttavia, è necessario ottenere permessi speciali per chi desidera costruire una casa su questo tipo di terreno.
I permessi necessari
Ci sono vari permessi che devono essere acquisiti per la costruzione di un edificio. Se l’area in questione è soggetta a regolamentazione ambientale o paesaggistica, allora è necessario ottenere l’autorizzazione del Comune o della soprintendenza.
La creazione di un indice catastale è necessaria, in quanto attiene alla proporzionalità tra la grandezza del terreno e le dimensioni della casa che vi verrà costruita. Il rapporto deve essere pari a 0,03 mc per ogni metro quadrato di terreno.
Il rilascio del Permesso per Costruire da parte del Comune
L’importanza di questi tre documenti non può essere sopravvalutata. Tuttavia, la questione cruciale è se i terreni non edificabili possano essere convertiti in terreni edificabili.
La risposta a questa domanda è affermativa, e non è un segreto, in quanto vi sono molte regioni in Italia dove la denominazione del territorio è stata modificata.
Spesso un appezzamento di terreno viene ritenuto non edificabile per la sua ubicazione in una zona agricola protetta sia dal punto di vista economico che ecologico. Tuttavia, è possibile unire le due attività e finalità distinte: l’agricoltura e l’abitazione.
Quando si tratta di sviluppo del territorio, alcuni fattori possono facilitare il processo. Ad esempio, se il terreno è situato in un’area urbana già costituita, può essere facilmente trasformato per adattarsi allo scopo desiderato.
Inoltre, se il terreno dispone di infrastrutture essenziali come fognature e reti elettriche, questo lo rende adatto all’urbanizzazione.
Tuttavia, ci sono momenti in cui la mancanza di adeguate infrastrutture può ostacolare il processo di sviluppo, rendendo impossibile la creazione di spazi abitabili.
Se è possibile dimostrare che le soluzioni a questi problemi esistono e possono essere incorporate nella progettazione dello sviluppo pianificato, le possibilità di ricevere il permesso di pianificazione sono migliorate.
Legge 2021: regole per edificare in un terreno agricolo
Come accennato in precedenza, sono presenti i presupposti per costruire su terreno agricolo. Un’abitazione di questo tipo deve essere collegata a una strada vicina per consentire il trasporto e l’accesso a servizi di pubblica utilità come gas e acqua.
In conformità con le leggi vigenti, l’Italia è suddivisa in sei regioni designate da tenere in considerazione quando si erige un nuovo edificio.
La zona A indica una regione vincolata da regolamenti urbanistici con l’intento di salvaguardare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale dell’area.
Le aree pubbliche parzialmente edificate sono indicate come Zona B. La zona C si riferisce alle aree designate all’interno di un comune in cui è consentita la costruzione di nuove costruzioni come edifici e alberghi.
La zona D è designata per una varietà di attività, comprese quelle relative alla fornitura di servizi, nonché attività produttive, industriali e artigianali.
La zona E, invece, è designata per scopi agricoli, mentre la zona F designa specifiche regioni del territorio riservate a spazi pubblici.
Ottenere i permessi necessari per spostarsi tra le diverse aree è un processo complicato. È indispensabile avvalersi dell’assistenza di professionisti in grado di gestire la documentazione necessaria per una trasformazione funzionale del territorio.