Il vicino può lasciare il giardino incolto? Cosa fare se non pulisce il terreno

Come agire qualora il vicino lasci il giardino incolto e non pulisca il terreno: ecco cosa prevede la legge in merito. 

Giardino incolto
Giardino incolto -oipamagazine.it

Sei stanco di dover sopportare il terreno sporco del tuo vicino? Non sai come agire per risolvere la situazione in modo legale? Se sei alla ricerca di consigli e indicazioni su cosa fare se il vicino non pulisce il terreno, sei nel posto giusto. In questo articolo ti spiegheremo tutto ciò che devi sapere sulla normativa sulle distanze prevista dal Codice Civile, su come tutelarti con una diffida scritta e sugli atti emulativi a cui puoi ricorrere.

Cosa fare se il vicino non pulisce il terreno e lascia il giardino incolto

La normativa sulle distanze nel Codice Civile rappresenta il punto di partenza per risolvere una situazione di terreno incolto o non pulito da parte del vicino.

Il Codice Civile – all’articolo 892 – stabilisce le distanze precise da rispettare prima di piantare alberi e siepi.

Queste distanze sono specificate per ogni tipo di pianta e includono anche le istruzioni per le siepi vive. Tuttavia, se il vicino non rispetta queste norme e causa danni o sporca la proprietà con caduta di foglie o rametti, non è possibile fare nulla in piena autonomia.

Nello specifico, è indicato come disporre le piante:

  • 1,5 metri per albero caratterizzato da basso fusto;
  • 0,5 metri per canneto, arbusto e vite (a prescindere dall’altezza);
  • 0,5 metri per siepe viva;
  • 3 metri per albero di fusto alto;
  • 1 metro per castagno, siepe di ontano e alberi simili;
  • 0,5 metri per pianta da frutto con un’altezza non superiore ai 2,5 metri;
  • 2 metri per siepe di robinie.

Secondo le norme attuali, se il vicino non taglia alberi e siepi confinanti, anche se causano danni o sporcano la proprietà del vicino, non è possibile agire in modo indipendente.

La legge impedisce l’intervento mediante tagli di alberi o siepi che si estendono in proprietà altrui, poiché tale comportamento potrebbe configurare il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Giardino
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Qualora il vicino non provveda a tagliare gli alberi e le siepi sul confine, è possibile richiedere che egli intervenga, spiegando che la situazione in questione crea dei problemi alla nostra proprietà.

In caso il vicino non risponda alla richiesta di tagliare alberi e siepi sul confine, si può tentare di insistere con una nuova richiesta.

Tuttavia, se l’atteggiamento del vicino rimane indifferente e non provvede autonomamente alla riduzione delle piante che sconfinano nella nostra proprietà, è possibile rivolgersi al giudice competente.

Sarà, infatti, a lui che spetterà l’intimazione al vicino di procedere al taglio degli alberi e delle siepi sul confine.

Secondo le leggi vigenti, se nonostante l’ordinanza del giudice il vicino persistesse nell’incuria delle piante che invadono la nostra proprietà, si può procedere al taglio autonomo degli alberi e delle siepi presenti sul confine.

Avvalersi della diffida scritta per tutelarsi

Esistono diversi livelli di gravità quando si tratta dello stato di degrado. Inizialmente, è consigliabile inviare al proprio vicino una lettera di diffida scritta, nella quale richiedere la pulizia del proprio immobile, terreno o giardino, poiché la situazione sta causando disagio.

Se la diffida non produce alcun risultato, è necessario richiedere l’intervento di un avvocato. In tribunale, sarà anche possibile richiedere un risarcimento danni nel caso in cui ne siano stati causati.

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Inoltre, è importante sottolineare che nei casi in cui i fondi siano abbandonati e diventino terreno fertile per la crescita di piante infestanti, questi potrebbero diventare un luogo di attrazione per animali pericolosi per la salute, come topi o serpenti.

La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente in presenza di sterpaglie secche, soprattutto in estate, che aumentano il rischio di incendi.

In tali circostanze, sarebbe necessario richiedere l’intervento delle autorità pubbliche, contattando il comune e, a tutela dell’igiene pubblica, l’ASL competente della zona.

Ciò che è importante capire è che non si può personalmente prendersi carico della potatura.

Il primo passo da compiere, dunque, sarebbe quello di inviare una lettera di richiesta formale al vicino tramite un avvocato, chiedendo espressamente di procedere alla potatura.

In seguito, se il vicino non dovesse fare nulla, si potrebbe eventualmente intraprendere un’azione legale.

Infine, solo nel caso in cui si riscontrasse un danno o un pericolo imminente, si potrebbe richiedere l’intervento dell’Autorità Giudiziaria per ottenere un provvedimento d’urgenza che obblighi il proprietario del confine ad eseguire la potatura della siepe.

Il caso degli atti emulativi: cosa prevede la legge

È possibile che il proprietario della siepe, con l’intento di danneggiare il vicino, non si preoccupi di potare o tagliare le sue piante.

In tal caso, ci troviamo di fronte a comportamenti emulativi che sono puniti dalla legge e che ricevono una specifica tutela dal nostro ordinamento.

La legge è molto chiara riguardo gli atti emulativi di cui all’articolo 833 del Codice Civile: essi sono proibiti, senza eccezioni. Gli atti in questione hanno come unico scopo quello di causare danni o fastidi ad altri, senza alcun vantaggio per chi li compie.

Avvocato in tribunale
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Ad esempio, una siepe piantata con l’intento di limitare la vista del vicino è considerata un atto emulativo.

Se il proprietario è ritenuto colpevole, dovrà ripristinare la condizione precedente e risarcire il danno causato. In sintesi, la legge non tollera azioni malvagie messe in atto solo per danneggiare volutamente altre persone.

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