Il proprietario di una seconda casa disabitata è tenuto ugualmente a pagare l’IMU oppure no? Vediamo cosa dice la normativa in merito.
Se una persona possiede sia un’abitazione principale di lusso che una seconda abitazione, è obbligata a pagare l’IMU.
Tuttavia, se tale abitazione secondaria risulta non occupata, significa che l’IMU 2023 è ancora necessaria? Inoltre, come entra in gioco la Tari in questa situazione?
Ai sensi del comma 3 dell’articolo 13 del decreto legislativo n. 201 del 211, è prevista una disposizione che consente la riduzione del 50% della base imponibile dell’IMU per gli immobili ritenuti inagibili e non abitabili e anche inutilizzati e non abitati.
Tale riduzione è limitata al periodo di tempo durante il quale tali condizioni permangono e, di conseguenza, per tali immobili viene pagata la metà dell’IMU.
Autocertificazione ai fini IMU per una seconda casa disabitata
Per confermare la presenza di tali circostanze è possibile rivolgersi a un’autorità del Comune o ottenere dal titolare un’autocertificazione in merito all’IMU, come previsto dalla Circolare 3 del 2021 del Dipartimento delle Finanze e della Corte di Cassazione.
La seconda casa non occupata ha diritto alla riduzione IMU per l’anno 2023, ma solo se inutilizzabile o occupabile.
Se la seconda casa è meramente disabitata, senza essere inabitabile o impraticabile, allora è comunque richiesto il pagamento dell’IMU.
Per una casa sprovvista di acqua e luce è necessario pagare l’IMU? Vale la pena notare che l’attuale legislazione non prevede deroghe in termini di pagamento dell’IMU per le case prive di accesso alle utenze.
Tuttavia, sono previste riduzioni in alcuni casi in cui si può dimostrare che la casa non è in uso a causa dell’inaccessibilità delle utenze di base.
È imperativo fornire prove chiare di quest’ultima condizione per poter beneficiare di tali riduzioni.
Riduzione IMU sulla seconda casa
Inoltre, per le residenze secondarie è prevista una riduzione del 50% dell’IMU, a prescindere dal fatto che l’immobile sia stato dato in comodato d’uso, a titolo gratuito, a genitori e figli che lo utilizzino come prima abitazione e abbiano un contratto registrato.
Per quanto riguarda la Tari sulla seconda abitazione non occupata, è prevista una deroga al pagamento nei casi in cui si possa verificare che l’abitazione sia effettivamente inutilizzata.
Tale eccezione è soggetta a due precise condizioni: la casa deve essere priva di mobilio, acqua, luce e gas, e ciò deve essere comprovato da idonea documentazione.
Tuttavia, il Comune si riserva la prerogativa di effettuare sopralluoghi per accertare l’effettiva assenza di arredi.
Secondo la legge, solo i residenti di case e altri immobili sono tenuti a pagare la Tari rifiuti per le seconde case non residenti, il che significa che i non residenti sono esenti da questo pagamento.
Un edificio, per essere considerato inagibile, deve presentare segni di degrado fisico come rovinato, pericolante o fatiscente, oppure deve soffrire di obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica non sanabile neppure con interventi di manutenzione.
In quali circostanze si è esentati dal pagamento dell’IMU sulla seconda casa?
È obbligatorio pagare l’IMU sulla seconda casa in ogni circostanza. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui potresti avere diritto a riduzioni o agevolazioni significative, a volte fino al 50%.
Tali riduzioni si applicano, oltre che alle residenze principali, anche agli immobili di rilevanza storica o artistica, agli immobili dati in comodato d’uso a stretti familiari e agli immobili appartenenti a pensionati residenti all’estero.
Inoltre, se i proprietari di seconde case hanno stipulato un contratto di locazione, possono avere diritto ad una riduzione dell’IMU del 75%.
Sta di fatto che non ci sono casi in cui l’IMU è esentata sulla seconda casa. Tuttavia, con l’introduzione della sentenza numero 209 del 13 ottobre 2022, la Corte costituzionale ha chiarito un principio significativo.
Questo principio potrebbe potenzialmente alleviare l’onere economico per le famiglie, consentendo loro di rinunciare all’IMU sulla seconda o sulla prima casa, a condizione che siano entrambe considerate prima casa per una parte della famiglia.
I soggetti che non hanno la residenza principale in un immobile di loro proprietà sono tenuti al pagamento dell’IMU.
Ciò implica che chi prende in locazione l’abitazione principale è tenuto anche a pagare l’IMU su di essa, come se si trattasse di un’abitazione secondaria.