Si parla da tempo di un possibile bonus 560 euro in busta paga per una determinata categoria di lavoratori e pensionati. Di cosa si tratta?
L’integrazione nota come tredicesima mensilità, o più comunemente denominata “bonus natalizio”, è stata recepita nell’ordinamento italiano nel 1937.
All’inizio era riservata esclusivamente agli impiegati dell’industria, ma nel 1946 è stata ampliato per includere anche gli operai.
Successivamente, nel 1960, un decreto del Presidente della Repubblica ne estese la disponibilità a tutti i settori.
A differenza della quattordicesima mensilità, che può essere determinata attraverso accordi negoziali all’interno di un’azienda o contratti collettivi nazionali, la tredicesima è un compenso obbligatorio per legge.
Questo pagamento equivale a un mese di stipendio per i dipendenti che hanno lavorato per 12 mesi consecutivi.
Vale la pena notare che la tredicesima non è inclusa in tutti i contratti di lavoro ed è invece distribuita tra giugno e luglio. Il suo scopo originale era quello di aiutare e incoraggiare le vacanze italiane.
La tredicesima è erogata a soggetti privati e pubblici, con contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato, indipendentemente dal fatto che lavorino a tempo pieno o a tempo parziale.
I pensionati che percepiscono la pensione di vecchiaia hanno la responsabilità delle decisioni relative alla tredicesima.
Tale retribuzione non è riconosciuta ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, nonché ai lavoratori autonomi e a coloro che hanno partita IVA.
I datori di lavoro in genere pagano la tredicesima mensilità durante le vacanze di Natale, in particolare nelle prime due settimane di dicembre.
Questo stipendio aggiuntivo si riflette nella busta paga e viene pagato in un’unica soluzione. Tuttavia, alcune aziende possono scegliere di pagarlo a rate o suddividerlo in più pagamenti.
Per la determinazione della tredicesima mensilità si utilizza la retribuzione mensile lorda, tenendo conto dei mesi effettivi di lavoro svolto nell’anno precedente e individuando il mese in cui almeno 15 giorni di lavoro equivalgono a un mese intero.
Secondo Maurizio Leo, sottosegretario all’Economia, il governo italiano ha in programma di introdurre un nuovo bonus legato alla tredicesima mensilità, che comporterà una riduzione delle tasse per i dipendenti italiani, grazie all’implementazione di un sistema flat tax. Ciò consentirà di avere in tasca una cifra di fine anno più elevata.
Sebbene al momento sia solo un’ipotesi in attesa di conferma, esaminiamo cosa può comportare.
Possibile bonus 560 euro in busta paga
Nel prossimo futuro è prevista l’attuazione di una nuova riforma tributaria che prevede la riduzione da quattro a tre degli scaglioni IRPEF e l’eliminazione di alcuni tributi come il Superbollo. Inoltre, verrà introdotto un “bonus” per la tredicesima mensilità.
Perché l’accordo abbia legittimità, è imperativo che sia pervenuto entro la conclusione della stagione estiva, e quindi portato avanti alle Camere di autorità entro il 27 settembre.
L’erogazione della tredicesima, invece, potrebbe essere eventualmente posticipata all’anno successivo, anziché essere erogata entro questo.
Qualora venisse istituita la tanto attesa flat tax, ci saranno grosse ricadute per la tredicesima. Esaminiamo in dettaglio i possibili esiti.
Le possibili cifre del bonus
Il bonus sulla tredicesima mensilità è un argomento di interesse per molti, in quanto ci si chiede chi abbia diritto a riceverlo e quale possa essere l’ammontare del bonus.
Attualmente, la tredicesima è tassata in modo simile al reddito regolare, con un range dal 23% al 43% a seconda dell’importo guadagnato.
Il governo ha proposto un piano per ridurre questa aliquota fiscale al 15%, ma solo per i dipendenti con reddito inferiore a 35.000 euro. Tuttavia, questa proposta non è stata ancora confermata.
Secondo la relazione della Fondazione Consulenti del Lavoro, l’attuazione di una flat tax sulla tredicesima retribuzione comporterebbe il seguente aumento:
- 80 euro per chi ha un reddito annuo è di 15mila euro;
- 160 euro per chi ha un reddito annuo di 20mila euro;
- 200 euro per chi ha un reddito annuo di 25mila euro;
- 480 euro per chi ha un reddito annuo di 30mila euro;
- 560 euro per chi ha un reddito annuo di 35mila euro.
Sebbene l’attuazione della flat tax non sia ancora entrata in vigore, appare probabile nella situazione attuale che essa sarà emanata nel prossimo futuro.