Oggi, la ricerca di un lavoro passa anche per i profili social. È importante fare attenzione a come questi vengono gestiti perché è un elemento che i recruiter prendono in considerazione.
La presenza sui social spesso è indispensabile per molti. Ma siamo certi di usarli nel modo giusto? Per evitare che i recruiter possano farsi una cattiva impressione, è necessario fare attenzione a ciò che si pubblica.
L’arma a doppio taglio dei profili social e lavoro
Prima di entrare nel vivo del discorso, andiamo ad analizzare alcuni dati.
Una ricerca ha affermato che, negli Stati Uniti, più della metà dei candidati per un posto di lavoro sono stati scartati in quanto non possedevano in profilo social oppure ne possedevano uno ma curato troppo poco.
Invece, prendendo come punto di riferimento uno studio di Hays Salary Guide del 2017, una grande fetta delle aziende, ossia il 56%, ha affermato che spesso vanno a guardare i profili social dei probabili collaboratori nel momento in cui ci si trova in una fase di valutazione.
Sempre dalla stessa fonte è possibile affermare che per la maggior parte dei profili analizzati sono quelli di LinkedIn.
Il 60% delle aziende invece vanno a sbirciare i profili Facebook mentre il 19% quelli di Instagram. Insomma, coloro che sono alla ricerca di un posto di lavoro, devono mettersi l’anima in pace e capire che il profilo social risulta essere un elemento molto importante proprio come la lettera di presentazione e il curriculum.
In che modo mettere in piedi un profilo social che possa piacere alle aziende
Analizziamo quindi gli errori che non devono essere commessi ma che molto spesso ognuno di noi ha fatto.
Infatti, è importante tenere a mente che tutto ciò che si pubblica, non viene visto soltanto da amici e parenti ma anche dai probabili datori di lavoro.
In molte occasioni capita che la risposta positiva a seguito di un colloquio di lavoro, non arrivi non perché non si hanno le capacità necessarie ma perché il profilo social ci ha fatto fare una pessima impressione.
Vediamo quindi le cose da fare per evitare che tutto ciò accada.
Fare una differenza tra la vita privata e quella pubblica
Di sicuro non si otterrebbero dei buoni risultati nel momento in cui un probabile datore di lavoro si recasse su Facebook e vedesse alcune delle foto pubblicate tra cui anche quelle di una serata brava dove ci si è molto divertiti a travestirsi con gli amici.
Nulla di male penserete voi. Purtroppo però l’opinione che il datore si potrebbe fare non sempre potrebbe essere positiva. Pensate che una delle caratteristiche dei social è proprio quella di non nascondere le cose agli altri.
Infatti, tutto ciò che pubblicate sulla vostra pagina è alla portata di tutti compresi anche i probabili datori di lavoro. Quindi, attenzione sempre a cosa si posta sul proprio profilo.
Evitare di trasformare i profili social come un diario segreto
Sappiamo che i social vengono molto utilizzati proprio perché disponibili 24 ore su 24.
Per questo motivo, postare sul proprio profilo un pensiero molto lungo in cui si descrive cosa è accaduto nel corso della giornata, potrebbe essere una cosa da fare solo dopo essersi posti la giusta domanda: “Cosa potrebbe pensare il datore di lavoro dopo aver letto queste parole?”
Pensate a quanto potrebbe essere contraddittorio scrivere nel curriculum che si è in grado di gestire una grande mole di lavoro e continuare a lavorare anche sotto stress e, allo stesso tempo, postare su Facebook un post molto lungo in cui si racconta, in lacrime, una tragedia che è appena successa.
Ricerca di lavoro e profili social: fare attenzione all’orologio
Proprio come per la pubblicazione dei post, è molto importante anche prestare attenzione all’orario in cui si clicca “Pubblica“.
Infatti, nel momento in cui un selezionatore sta analizzando un profilo social, e si accorge che questo ha pubblicato ogni ora del giorno e della notte, potrebbe chiedersi: “Ma qual è il tempo che dedica al lavoro se è sempre attivo sui social?”
Non tener conto delle impostazioni di privacy di un profilo social
Oltre che a fare attenzione a cosa si pubblica e a come lo si pubblica, un altro modo per cercare di contenere le impressioni di un probabile datore di lavoro potrebbe essere quello di impostare nel modo giusto le impostazioni sulla privacy.
Così facendo si potrà avere un controllo maggiore su coloro che possono accedere ai post.
Evitare di pubblicare sui social dei post inerenti al lavoro
Un punto che non ha bisogno di molte spiegazioni in quanto è logico pensare che lamentarsi di un lavoro sui social potrebbe far credere al datore di lavoro che si tratta di una cosa che fate abitualmente e che quindi potrebbe accadere anche a lui.
Ovviamente, chiunque di noi ha la libertà di postare sul proprio profilo tutto ciò che desidera, la stessa libertà che però il datore di lavoro può utilizzare per decidere o meno se inserirvi nel suo team.
Evitare di utilizzare i profili social come un confessionale
Spesso capita che, nel momento in cui si sta compilando un curriculum, si vadano a gonfiare un po’ le esperienze e le qualità. È un qualcosa che molti di noi hanno fatto e su cui spesso i recruiter vanno a chiudere un occhio.
Pensate però a cosa potrebbe accadere se quest’ultimo, andando sul profilo social di un probabile dipendente, scopra che ha scritto un post in cui ha raccontato in che modo ha mentito nel suo curriculum.
Ed è per questo motivo che è molto importante evitare di trasformare un profilo social in un vero e proprio confessionale.
Porre l’attenzione sul profilo social di LinkedIn
LinkedIn è uno dei profili social più controllati dai recruiter. Ed è per questo motivo che è importante evitare di commettere degli errori proprio su quella piattaforma oppure, peggio ancora, essere assenti su LinkedIn.
Curare bene la forma di ogni contenuto
Se i vostri post sui social sono pieni di errori grammaticali, un recruiter potrà tranquillamente farsi un’idea precisa e decidere fin da subito di non procedere all’assunzione.
Evitare di mostrarsi chiusi mentalmente oppure discriminanti
Anche se avete vissuto una giornata no, il consiglio da seguire è sempre quello di evitare di condividere con tutti ciò che è accaduto.
Quindi, lungi da voi il desiderio di sfogarsi contro gli immigrati o verso le altre persone che non vivono in Italia. Potrebbe capitare infatti che il datore di lavoro sia proprio una persona di origine francese e che prenda come offesa ciò che avete scritto.
Evitare lo stalking
Nel momento in cui i selezionatori si accorgeranno che sulle pagine Facebook o LinkedIn aziendali ci siano numerosi post solo nel corso dell’ultima settimana oppure si siano inviate troppe richieste di amicizia, è possibile che questi non vedano di buon occhio tale comportamento.
Ed è per questo motivo che va bene utilizzare i social, ma nel modo giusto.