Secondo la legge, ci sono dei casi in cui si potrebbe smettere di pagare il mutuo. Quali sono questi casi specifici?
In Italia, la legge prevede tutele per i mutuatari, in particolare per coloro che hanno stipulato contratti di mutuo per acquistare beni, affinché vengano eliminate eventuali irregolarità per evitare difficoltà nel rimborso del debito accumulato.
Tuttavia, in quali circostanze è consentito interrompere o sospendere completamente i pagamenti dei mutui?
Smettere di pagare un mutuo: quando?
Se sei in difficoltà economiche è bene che tu sappia, dell’esistenza di un Fondo Statale che consente la sospensione dei mutui per un periodo fino a 18 mesi.
I mutuatari che si trovano in temporanee difficoltà finanziarie per estinguere le rate del mutuo possono fare affidamento su un Fondo dello Stato che consente la sospensione dei pagamenti fino a 18 mesi, a condizione che l’immobile sia la prima abitazione del mutuatario e che il fondo da almeno un anno sia stato attivato.
Per avviare l’iter sospensivo è indispensabile rivolgersi all’istituto di credito che ha erogato il finanziamento e fornire la documentazione necessaria, scaricabile dal sito ufficiale Consap, oppure presso la Concessionaria Servizi Pubblici Assicurativi, società controllata del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Questo deve essere accompagnato da un documento di identità valido e da un ISEE attuale, che non deve superare i 30.000 euro.
In caso di decesso di un titolare di mutuo, licenziamento, perdita dell’autosufficienza, invalidità all’80%, riduzione dell’orario di lavoro o sospensione, l’istituto di credito può accettare la sospensione del mutuo in via del tutto eccezionale.
Cosa dice la legge in merito
La legge tiene conto di quattro situazioni specifiche in cui un mutuo potrebbe non dover essere pagato.
Si tratta di casi di mutuo usurario, di sovraindebitamento del mutuatario, di “anatocismo” bancario (che si riferisce a tassi di interesse troppo elevati) e di errori commessi durante la stesura del contratto.
È possibile per i mutuatari determinare se i termini dei loro prestiti rientrano in una o più di queste categorie conducendo un esame dei loro contratti di mutuo con l’istituto di credito.
Ai fini della presentazione della domanda è possibile consultare il sito ufficiale della Consap per reperire la documentazione necessaria.
Per determinare se il proprio mutuo è usurario, è importante valutare se il tasso di interesse applicato supera il tasso medio del 50%.
Questa valutazione dovrebbe tenere conto dei tassi di interesse individuali e delle eventuali spese aggiuntive sostenute, come quelle relative all’apertura o alla gestione della pratica.
Se un mutuatario si trova in questa situazione, può intentare un’azione legale per contestare la legittimità del tasso di interesse ed evitare di pagarlo.
Nell’elenco degli scenari delineati, c’è solo un caso in cui il mutuatario ha la possibilità di non adempiere al pagamento completo del prestito.
Ciò nel caso in cui il contratto contenga gravi e consequenziali inadeguatezze, quali l’omessa sottoscrizione di un soggetto autorizzato o la mancata presentazione del contratto in forma scritta.
In tali casi, il mutuo è reso nullo. Nei casi in cui sorgono incertezze, può essere utile chiedere la consulenza di un professionista di assistenza al lavoro o consultare direttamente la Consap.