Non tutti sono a conoscenza del fatto che esiste la possibilità di ottenere il rimborso TARI o IMU. Vi spieghiamo in questa mini guida come ottenerlo.
Ma in che modo è possibile? Basterà seguire questa breve guida e scoprire come ottenere il rimborso del denaro versato in eccesso.
Il termine utile per procedere alla richiesta del rimborso
Un buon cittadino che si rispetti è tenuto a pagare le tasse anche se spesso potrebbe capitare di trovarsi di fronte a versamenti non dovuti o eccessivamente alti sia per la TARI che per l’IMU. In casi del genere esiste la possibilità di procedere con un rimborso andando a seguire una procedura ben precisa e seguendo i tempi che ha previsto la legge.
Ma in che modo farlo? Basterà prendere visione di questa guida pratica che stiamo per proporvi così da avere tutte le informazioni utili per procedere con il rimborso TARI o IMU.
Inoltre, in base a ciò che afferma la legge, la domanda per il rimborso delle somme versate eccessivamente dovrà essere fatta entro e non oltre il periodo di 5 anni dal giorno del versamento. Quindi, se per esempio un nostro connazionale si accorge di aver pagato più del dovuto nel 2020, non dovrà far altro che presentare un’istanza al comune. Nel caso in cui non riceve risposta, la persona in questione dovrà continuare facendo ricorso al giudice. La sentenza sarà effettiva nel 2023 ed è da questa data che egli potrà presentare la richiesta di rimborso entro i 5 anni successivi.
Come presentare tale richiesta? Basterà procedere con un’istanza all’Ufficio Tributi del comune competente andando ad utilizzare tutti i moduli che gli enti locali ha messo a disposizione. L’istanza in questione risulta essere attiva attraverso un procedimento amministrativo in base a ciò che afferma la legge 241/1990. Inoltre l’ente locale dovrà procedere al rimborso entro 180 giorni da quando è stata presentata l’istanza.
Come comportarsi se il comune rifiuta la richiesta di rimborso
Potrebbe capitare che il comune rifiuti la richiesta di rimborso oppure non versi la cifra dovuta entro la scadenza di 180 giorni. In questo caso è possibile far riferimento alla Corte di Giustizia tributaria di primo grado del proprio territorio. In ogni caso non sarà possibile essere rimborsati per le cifre che sono state versate per più di 5 anni prima.
Nel caso in cui l’importo per cui si sta chiedendo il rimborso è più basso di 3.000 euro, il contribuente potrà procedere autonomamente nella presentazione del ricorso. Se invece l’importo è più alto, il contribuente dovrà obbligatoriamente chiedere l’aiuto di un commercialista, un avvocato oppure di un ragioniere.
Inoltre esiste anche la possibilità di ottenere un ulteriore risarcimento. Per far sì che ciò accada, sarà necessario dimostrare la presenza di eventuali danni subiti di fronte ad un tribunale civile. In ogni caso bisogna sapere che questa procedura risulta essere molto più difficile e costosa se si fa il confronto con la semplice richiesta di rimborso.