Un nuovo studio ci illustra come cambierà il mondo nel 2099 in base al cambiamento climatico registrato negli ultimi anni.
Le nuove mappe climatiche – sottoposto a un nuovo aggiornamento – prevedono cambiamenti importanti, entro la fine del secolo, per quel che concerne la presenza della vegetazione. Diamo uno sguardo approfondito ai dati che emergono da un nuovo studio condotto da Kaust e pubblicato su Scientific Data. Ecco lo scenario futuro.
Cambiamento climatico, come sarà il mondo nel 2099: lo studio
Da uno studio – pubblicato su Scientific Data e condotto da KAUST – emerge che il clima, su scala globale, ha subito – nel corso dell’ultimo secolo – notevoli cambiamenti per quel che riguarda la classificazione climatica. La ricerca, in tal senso, fornisce una visione completa delle condizioni climatiche passate e future della Terra, soprattutto grazie all’aggiornamento delle mappe di classificazione climatica Käppen-Geiger.
“Queste nuove mappe offrono una prospettiva più raffinata e più ampia”, ha spiegato l’assistente professore di KAUST, Hylke Beck, autore principale dello studio, riguardo alle informazioni ottenute dalla nuova versione.
La classificazione Köppen-Geiger funge, dunque, da strumento essenziale per analizzare il clima globale: esse, in sostanza, dividono il clima terrestre in cinque classi principali, in base ai modelli legati alle precipitazioni e alla temperatura dell’aria.
Questa classificazione si allinea, nel concreto, alla distribuzione globale della vegetazione: per questo motivo, rappresenta uno strumento utile per valutare i cambiamenti climatici ed ecologici che riguardano il mondo, sia allo stato attuale che in futuro.
L’aggiornamento delle mappe di classificazione climatica
Le mappe – sottoposte a recente aggiornamento – incorporano, nello specifico, dati storici che riguardano il lasso di tempo dal 1901 al 2020, nonché specifiche proiezioni che si estendono fino all’anno 2099.
I ricercatori hanno utilizzato una lista di 67 modelli climatici, escludendo, però, quelli con tassi di riscaldamento indotti dalla CO2 non realistici, con l’obiettivo di garantire la massima precisione dei risultati.
Nello specifico, gli studiosi prevedono che un’area grande all’incirca quanto l’Argentina, l’ottavo Paese più grande del mondo, che si estende per 2,6 milioni di km 2, passerà da climi polari a freddi entro il 2071-2099. Una previsione, nei fatti, basata su percorsi socioeconomici condivisi, per i quali le emissioni di gas serra si avvicineranno allo zero entro la fine del secolo.
Inoltre, si prevede che 2,4 milioni di km quadrati di territori passeranno, dunque, dall’essere regioni fredde a temperate.
Non è tutto: 1,1 milioni di km quadrati, invece, passeranno dall’essere freddi all’essere arridi e, infine, 2,8 milioni di km quadrati muteranno, passando da climi temperati a tropicali.
Mutamenti graduali
Nello studio si sottolinea, però, che gli effettivi cambiamenti della vegetazione potrebbero non verificarsi necessariamente in accordo con queste classificazioni.
Beck osserva in merito quanto segue: “È probabile che i cambiamenti avvengano gradualmente attraverso il processo di successione, in cui piante e animali colonizzano e modificano costantemente un ecosistema nel tempo“.