Legambiente ha diramato nuovi e preoccupanti dati in merito al fenomeno dell’abusivismo edilizio: ecco cosa è emerso dal nuovo rapporto.
Il fenomeno dell’abusivismo edilizio è sempre più dilagante, all’interno del nostro paese, secondo quanto emerge dal nuovo rapporto diramato da Legambiente.
I dati sono chiari: le costruzioni illegali, dunque, continuano a crescere e a deturpare il territorio, provocando significativi cambiamenti nella struttura, mettendo a rischio gli abitanti, i quali si trovano spesso a fronteggiare catastrofi naturali, quali allagamenti, alluvioni e forti temporali che, nei fatti, arrecano ingenti danni.
Abusivismo edilizio, un fenomeno sempre più in crescita
La massiccia cementificazione del suolo e le costruzioni selvagge sregolate creano non pochi problemi ai territori che, non solo sono privati della loro bellezza, ma resi sostanzialmente più fragili e, quindi, più esposti a diverse tipologie di catastrofi naturali, tra le quali possiamo annoverare le alluvioni e gli allagamenti derivati da forti temporali.
Non è tutto: il fenomeno dell’abusivismo edilizio, inoltre, riduce, drasticamente, le aree verdi e la presenza di piante, in grado di trasformare l’anidride carbonica in ossigeno.
Inoltre, le abitazioni abusive vanno a minimizzare anche il terreno dove sorgono alberi e foreste, che fungono da importanti elementi al fine di prevenire frane e smottamenti.
Legambiente, in tal senso, ci fornisce un quadro, in relazione all’anno 2023, per quel che concerne le azioni effettivamente messe in atto per demolire gli edifici abusivi.
Un fenomeno tutto italiano
L’abusivismo edilizio, in sostanza, è un fenomeno tutto italiano, in quanto altri Paesi dell’Unione Europea, quali il Portogallo e la Spagna, adottano delle misure volte alla tempestiva demolizione degli edifici costruiti senza le specifiche autorizzazioni.
Nel nostro Paese, infatti, è stimato che l’abusivismo continua a crescere al ritmo di 20.000 immobili l’anno circa.
Legambiente, sottolinea, nello specifico, che nel Meridione sono state costruite 42,1 abitazioni su 100 in modalità illegale. Un fenomeno in crescita secondo l’ultimo rapporto BES (Benessere Equo Sostenibile) dell’ISTAT, che è in aumento del 9,1%.
Numero basso di demolizioni
In merito a questo fenomeno, Legambiente denuncia le mancate demolizioni, considerando l’anche il fatto che, negli ultimi anni, si è dimostrato essere una piaga decisamente da debellare, al fine di non deturpare il territorio ed evitare, di conseguenza, anche delle tragedie.
Nel rapporto “Abbatti l’abuso 2023“, Legambiente ha stilato una lista delle regioni più colpite dal concetto di “mattone illegale”: ai primi posti, troviamo diverse regioni del sud Italia, ossia Calabria, Campania, Puglia, Lazio e Sicilia.
In tali regioni, in totale, tra il 2004 2022, sono stati predisposti gli abbattimenti di 70.752 immobili, ubicati in 485 comuni diversi. Solamente il 15,3% di queste demolizioni è stata portata a termine.
Gran parte delle ordinanze di demolizione sono effettuate all’interno dei comuni costieri e nelle isole minori dove si registra un abuso ogni 12 abitanti. Bisogna, però, sottolineare che nelle isole minori gli abbattimenti sono maggiori, raggiungendo un tasso del 20,55%.