Le azioni che può mettere in atto un docente qualora venga aggredito, intimidito o picchiato da un genitore di un alunno.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a diverse aggressioni al corpo docente da parte di genitori di alunni, per i motivi più disparati. L’insegnante, dunque, può denunciare il genitore al fine di ottenere giustizia dopo aver ricevuto minacce, intimidazioni o percosse? Ecco cosa prevede la legge.
Rapporti contrastanti tra insegnanti e genitori: può scattare la denuncia?
Sempre più spesso, assistiamo a notizie che riguardano aggressioni, minacce e intimidazioni ai danni dei docenti.
I rapporti tra insegnanti e genitori, infatti, possono essere, talvolta, molto turbolenti, tanto da sfociare, poi, in aggressioni fisiche. A questo punto, ci si può chiedere: il docente può tutelarsi da questi soprusi? Ha la facoltà di denunciare il genitore che lo ha percosso?
La risposta questa domanda è positiva: in questo caso, se parte una denuncia dal docente, nei confronti del genitore che lo ha aggredito, inizia, in sostanza, un procedimento penale.
I reati commessi a danni dei docenti
Il dialogo tra insegnanti genitori è molto importante, in quanto permette di delineare eventuali situazioni problematiche di risolverle in sinergia.
Per questo motivo, sono organizzati i colloqui scolastici per potersi, nei fatti, rapportare con la famiglia dello studente, sia per comunicargli i progressi effettuati, sia per parlare di complicanze.
La comunicazione tra insegnanti e genitori, però, a volte può degenerare e fa sorgere dei contrasti anche molto accesi, che vanno aldilà dell’insulto verbale: infatti, in alcuni spiacevoli casi, si arriva all’aggressione fisica.
I reati che un genitore può commettere nei confronti dell’insegnante riguardano le lesioni personali, tramite percosse, provocando al docente, tramite uno schiaffo, un pugno ma anche una tirata di capelli, dei danni fisici, anche importanti.
Si passa, poi, alla estorsione o alla violenza privata, che si traducono anche in intimidazioni, mediante le quali si intende costringere l’insegnante a chiudere gli occhi, ad esempio, sulla cattiva condotta del figlio o sui brutti voti ottenuti nel corso dell’anno.
Non solo: in questi casi, infatti, si mira anche a tollerare assenze ingiustificate e, nei casi più gravi, si pretende che il docente elargisca somme di denaro.
Il docente, infine, può denunciare un genitore nel momento in cui quest’ultimo lo diffama o lo ingiuria, riservandogli frasi offensive che non tengono rispetto della persona e del decoro, ledendo, nei fatti, la reputazione dell’insegnante.
Ciò può avvenire, ad esempio, sulle chat di gruppo di WhatsApp, ma anche a mezzo stampa (su riviste, giornali, ad esempio) attraverso pubblicità (online e offline) e, in aggiunta, attraverso post, foto e video pubblicati sui social network, come Facebook, Twitter e piattaforme di comunicazione simili, che possono essere impugnati in caso di denuncia.