In base ai dati analizzati da Confesercenti, sembra che si sia registrato un calo di 134.000 lavoratori autonomi dal 2019. Ecco cosa è accaduto.
In base a ciò che ha condiviso l’INPS, pare che il numero di lavoratori autonomi si sia trovato di fronte ad un netto calo, ossia un vero e proprio crollo proprio come afferma Confesercenti all’interno di una nota.
Calo della quantità di lavoratori autonomi
All’interno della medesima nota, l’associazione ha sottolineato che dal 2019 al 2022, il numero di lavoratori indipendenti autonomi è sceso da 4, 959 milioni nel 2019 arrivando così a 4,825.
In poche parole, si è registrata una diminuzione di 134.000 unità nell’arco di 4 anni, un numero che si può tradurre con più di 90 attività chiuse nell’arco di 24 ore.
Si tratta di un dato che va a confermare le difficoltà sempre crescenti nel restare all’interno del mercato delle micro e delle piccole imprese a conduzione familiare, le quali si sono trovati di fronte ad enormi problematiche a seguito della pandemia oltre che al costante aumento del prezzo dell’energia elettrica e all’inflazione.
Insomma, la situazione è molto più grave di ciò che si credeva prima di avere dati alla mano.
Per quale motivo si è registrato questo calo
Le motivazioni che si nascondono dietro tale quadro, è inerente alle difficoltà che si incontrano dai commercianti, dagli artigiani e dei professionisti.
A questo riguardo, Confesercenti afferma chi se ha bisogno di una quantità inferiore di oneri burocratici e di molti più sostegni per dare un appoggio al sistema economico.
Infatti, una delle tante ipotesi su cui il governo è al lavoro, ne troviamo uno riguardo alla revisione delle modalità di pagamento di ogni imposta.
Si parla, in particolar modo, della possibilità di aggiungere una specie di abbonamento fiscale andando a superare il meccanismo del governo “saldo-conti” attraverso una registrazione mensile del dovuto.
Potrebbe essere questa una proposta che il governo dovrebbe prendere in considerazione secondo Confesercenti e che potrebbe dare un grande aiuto a tutti coloro che si trovano a vivere un periodo di difficoltà sul lavoro.
Diverse sono le conclusioni a cui è riuscito a giungere Confesercenti il quale afferma che bisogna alleggerire gli oneri fiscali e previdenziali di ogni nuova attività imprenditoriale per non un periodo che non va al di sotto dei 3 anni da quando è stata avviata.
Inoltre, sempre secondo l’associazione, una buona idea potrebbe essere quella di utilizzare una fiscalità di vantaggio per tutti i negozi di vicinato, il cui fatturato non va oltre 400.000 euro nell’arco di un anno.
Potrebbe essere questo un provvedimento molto importante per riuscire a dare un blocco al fenomeno della desertificazione commerciale, la quale interessa sempre di più sia i piccoli che i grandi centri urbani.