Sapevi che la chiamata in cui dicono “Pronto, polizia…” sta facendo migliaia di vittime? È la cosiddetta chiamata svuota conto, scopriamo in cosa consiste nel dettaglio.
E’ molto diffusa la chiamata svuota conto in cui dicono “Pronto, polizia…” e sta mietendo tantissime vittime. Ma di cosa si tratta nello specifico? Cosa dicono i truffatori nella telefonata? È la cosiddetta chiamata svuota conto, scopriamo in cosa consiste nel dettaglio!
La truffa svuota conto è sempre più diffusa
Ogni giorno si sente parlare di nuove truffe e tutti stiamo attenti a cosa facciamo per evitare di incapparvi. Quelle che risultano sempre più diffuse sono le truffe al telefono, che consentono ai malviventi di prendersi gioco della persona che è all’altro capo del filo facendola spaventare.
Proprio così, durante la telefonata fanno entrare nel panico la persona che chiamano al telefono, la quale, spaventata, segue i suggerimenti che il malvivente dà per evitare di essere raggirata. Una delle truffe più diffuse degli ultimi tempi è quella detta “svuota conto”, perpetrata da truffatori che si spacciavano per la Polizia Postale.
Quando la persona chiamata prendeva il telefono il truffatore rispondeva “Pronto, Polizia Postale”, e partiva l’accusa di reato per la vittima. Il metodo di questa truffa risale al 2017 ed era stata messa a punto da un uomo di 43 anni condannato già per un altro reato e che poi ha deciso di patteggiare. All’uomo adesso rimangono solo quattro anni di carcere da scontare. Invece, i sedici complici hanno optato per il rito ordinario e devono rispondere davanti al Tribunale di Torino dell’accusa di truffa.
In cosa consiste la truffa della Polizia Postale
Nella telefonata fatta alle vittime il truffatore diceva inizialmente “Pronto? È la Polizia postale, lei ha commesso un reato”. Inconsapevoli di aver fatto qualcosa di illegale online, le persone avevano paura e venivano convinte a pagare delle somme per estinguere le multe. Per farlo dovevano fare dei versamenti su una Postepay.
Coloro che venivano contattati dai truffatori erano individui iscritti a siti per la vendita di prodotti usati e a siti di incontri. Le vittime venivano informate dal poliziotto fasullo di aver commesso dei reati gravi e faceva intendere che se non avessero pagato le multe sarebbero state salatissime.
La cosa più incredibile di questa truffa era che la vittima doveva fare il versamento sulla Postepay mentre era al telefono con il falso agente. Una bella strategia per evitare che una volta riagganciato il telefono la vittima non avrebbe pagato.
I truffatori chiedevano anche somme ingenti, addirittura più di 3mila euro, che le vittime dovevano inviare con una ricarica oppure tramite un bonifico. A convincere le vittime erano le minacce fatte dai truffatori su eventuali interventi da parte di giudici o figure istituzionali.
Le vittime venivano anche minacciate con probabili arresti, processi penali, ipoteche sulla casa, e i truffatori inviavano anche finte denunce via sms contenenti gli stemmi della polizia statale per risultare più veritieri.
Modi per difendersi dalle truffe al telefono
Come suggerito dalla Polizia di Stato, esistono vari modi per evitare di incappare in truffe telefoniche, fra cui c’è quella denominata della Polizia Postale per svuotare il conto. La prima cosa da fare è domandare a chi chiama nome, cognome, recapito telefonico e numero identificativo, per capire con chi stiamo parlando.
Mai dare dati sensibili per telefono e neanche via e-mail. In particolare, mai fornire dati riguardanti carte di credito oppure dati di conti correnti bancari. Inoltre, evitare di cliccare sui link che giungono negli sms oppure con i messaggi di posta elettronica.
Altri consigli sono quelli di non mandare mai soldi chiesti per telefono, anche se suonano alla porta e si presentano come agenti di polizia. Se le richieste vengono fatte per telefono è consigliabile riattaccare e se vengono in casa contattare i carabinieri oppure la Polizia.