Smart trekker chi sono e cosa fanno: definito il lavoro ad alta quota di oggi

Nell’ultimo periodo, si sente sempre più parlare di Smart tracker, una professione che si sta diffondendo al punto da iniziare a creare curiosità intorno a sé. Ma in cosa consiste questo lavoro? Scopriremo insieme tutto ciò che c’è da sapere nelle righe che seguono.

Smart trekker
Smart trekker- Oipamagazine.it

Gli Smart tracker sono una figura professionale molto diffusa al punto che sono sempre di più coloro che si stanno aggiungendo a questa community. Ma vediamo insieme cosa propone questo nuovo lavoro che si sta facendo sempre più spazio.

Che cos’è lo smart tracker

Lo Smart Watch consiste in nove giorni di cammino e in 5 giorni di lavoro all’interno di un rifugio in cui è presente il free Wi-Fi.

Coloro che si descrivono come audaci, hanno la possibilità di ampliare il percorso a differenza di ciò che invece possono fare di meno allenati, i quali possono avvalersi di un percorso più breve.

In ogni caso lo scopo è sempre solo uno, dedicarsi ad alcuni giorni di passeggiata in un paesaggio montuoso a cui vengono poi affiancati alcuni giorni di Smart working andando a lavorare ad alta quota e, allo stesso momento, godersi di ogni bellezza che la natura propone.

Molti sono i percorsi disponibili al punto che su Facebook è possibile trovare una vera e propria comunità che si occupa di selezionarli, andando a suggerire itinerari e condividendo il tutto in rete.

Stiamo facendo quindi riferimento agli Smart Trek, dei soggetti che amano la montagna e che stanno utilizzando tutte queste nuove modalità di lavoro insieme a tecnologie nuove così che l’esperienza in questo ambiente, possa essere sempre più vasta.

All’interno del gruppo è possibile trovare recensioni e percorsi di posti in cui è possibile alloggiare oltre che a numerose mappe di rifugi attrezzati.

Il volto alternativo dello Smart working

All’interno dei numerosi percorsi che vengono proposti troviamo anche ciò che gli Smart Trek lo definiscono come “Alta via dello smart working”, una realtà il quale è suddiviso  in due percorsi differenti.

Il primo si divide nella provincia di Lecco, ossia tra Vercurago e Piani d’Erna.

Si tratta di un percorso in cui una buona idea potrebbe essere quella di partire durante il weekend così da poter camminare per 48 ore prima di iniziare a lavorare.

Partendo da Vercurago, si va ad imboccare il sentiero di Rotary in modo da riuscire a raggiungere la città di Lecco.

Nomade digitale
Nomade digitale- Oipamagazine.it

Sulla strada è possibile trovare il rifugio Marchett, costruito in un posto appartato all’interno dei Piani d’Erna.

Un rifugio che dista tanto dalla funivia, ma che però permette di trovare di fronte a sé un panorama mozzafiato sulla Valsassina e sugli alti Boschi del Resegone.

Il secondo itinerario invece è quello che si basa su numerosi sentieri molto conosciuti tra cui: la Dorsale Orobica Lecchese, il Sentiero delle Orobie Occidentali, l’Alta Via del Bitto, la Via Priula, il sentiero Walter Bonatti, il sentiero Italia, il sentiero Roma, l’Alta Via della Val Malenco e il sentiero delle Orobie Orientali.

In base a ciò che possiamo leggere sulla pagina del social network di Mark Zuckerberg dedicata agli Smart trekker sappiamo che l’Alta via è stata creata per coloro che hanno voglia di passare l’estate ad un’altezza tra 2.000 e i 3.000 metri, utilizzando la formula magica del 9 + 5.

Si tratta di una formula in cui il numero 9 indica i giorni dedicati al cammino a partire dal sabato fino alla domenica della settimana seguente mentre il numero 5 è stato ad indicare i giorni dal lunedì al venerdì in cui ci si dedica al lavoro all’interno di un rifugio in cui si trova un free Wi-Fi.

Si tratta di cinque giorni studiati anche per fare in modo che le gambe possano riposarsi prima di iniziare nuovamente un trekking di altri nove giorni.

Il progetto realizzato da Smart Orobie per fare in modo che i rifugi vengano digitalizzati

I rifugi che si trovano in questi luoghi, risultano essere dei pionieri nel trovare un’occasione di innovazione, andando ad offrire una risposta pronta a ciò che poco alla volta si stava per formare.

Ed è proprio per questo che è stato dato vita al progetto “Smart Orobie”, il quale è stato selezionato come il primo di ben 16 progetti che hanno visto un finanziamento da parte del Ministero del Turismo.

Ragazza smart trekker
Ragazza smart trekker- Oipamagazine.it

Tale iniziativa potrà avvalersi di un fondo pari a 2 milioni di euro.

Lo scopo del progetto è quello di fare in modo che il turismo di queste zone venga rilanciato attraverso l’utilizzo di strumenti come la connessione satellitare e a banda larga, oltre che alla realizzazione di luoghi in cui portare avanti il lavoro agile, le quali vengono aggiunti all’interno di strutture ricettive e rifugi oppure presso spazi comuni così che si possa fare in modo che i presenti socializzino tra loro.

L’obiettivo che si vuole raggiungere non è soltanto quello di intercettare gli Smart trekker ma di diventare attrattivi anche per i nomadi digitali in modo tale che i borghi di piccole dimensioni che soffrono il problema dello spopolamento, possano trarne vantaggio.

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