Oggi andremo a fare chiarezza su due concetti molto importanti, ossia sulla residenza e sul domicilio fiscale. Vediamo insieme in cosa consistono e quali sono le caratteristiche sia della prima che della seconda espressione.
Sappiamo che la residenza risulta essere il posto in cui una persona vive mentre, il domicilio fiscale è il posto in cui porta a termine la sua attività. Insomma, si tratta di due concetti molto diversi tra loro che andremo ad analizzare nel testo che segue.
Che cos’è la dimora
Nel momento in cui si parla di dimora, sotto un punto di vista giuridico si fa riferimento al posto in cui una persona si stabilisce per una determinato periodo di tempo.
La dimora di può dividere in:
- Fissa;
- transitoria;
- permanente.
E’ molto importante tenere a mente che un ufficio non si può considerare come una dimora mentre una casa che si affitta per le vacanze, rientra in questa descrizione.
Che cos’è la residenza
La residenza invece è il posto in cui un soggetto vive abitualmente e quindi un luogo dove si trova in maniera duratura instabile.
Nel momento in cui si fa riferimento alla propria abitazione, è possibile affermare che dimora e residenza risultano essere la medesima cosa.
Invece, si tratta di due concetti ben diversi, nel momento in cui si fa riferimento ad una casa affittata per un periodo di vacanze.
Solitamente la residenza risulta essere l’abitazione primaria di un soggetto. Non è importante che al suo interno si viva in modo continuativo, in quanto si potrebbe anche trascorrere del tempo altrove, anche se si fa comunque riferimento alla residenza in quanto, al suo interno, si va a stabilire un rapporto che dura nel tempo.
In genere la residenza è strettamente collegata al concetto di abitualità.
Infatti, nel momento in cui ci si trasferisce per un limitato periodo di tempo in un altro sistema, non si è costretti a cambiare residenza mentre, se il trasferimento presso una città diversa risulta essere prolungato, è importante effettuare dalle modifica presso l’anagrafe del comune in cui si va a vivere.
Che cos’è il domicilio fiscale
Nel momento in cui si parla di domicilio fiscale si fa riferimento ad un posto dove un soggetto porta avanti degli affari o degli interessi.
Un esempio potrebbe essere dato da uno studente che vede il domicilio uguale al luogo che ha affittato nel posto in cui studia.
In questa situazione, lo studente può essere in possesso di un domicilio essendo però privo di residenza in quanto va a prendere in affitto una stanza, senza essere costretto a cambiare la residenza nel posto in cui sta studiando.
Invece, se si parla di un lavoratore, è possibile affermare che il domicilio risulta essere il posto in cui si va a svolgere un’attività professionale mentre, per le persone giuridiche, il domicilio fiscale risulta essere il posto dove è presente la sede legale dell’attività.
È importante inoltre aggiungere che domicilio e residenza non sempre devono essere differenti in quanto ci sono situazioni in cui tali concetti vanno a sovrapporsi.
Vi è poi la possibilità di scegliere un domicilio dedicato al portare a termine degli affari, il quale viene usato solo ed esclusivamente per svolgere un’attività precisa.
Esiste poi un’altra situazione che si potrebbe verificare, ossia nel momento in cui una coppia sposata ha la stessa residenza ma con due domicili diversi in quanto ognuno dei due ha una vita professionale in luoghi differenti.
Per quale motivo è importante la differenza tra residenza e domicilio
E’ molto importante fare una netta distinzione fra residenza e domicilio in quanto, un elemento sbagliato potrebbe causare delle gravi conseguenze della vita quotidiana.
Infatti, nel momento in cui il domicilio è il posto in cui si porta avanti un’attività professionale, ogni comunicazione inerente al lavoro verrà inviato all’indirizzo di domicilio e quindi non a quello di residenza.
Inoltre, nel momento in cui si prende parte ad un concorso pubblico oppure si va a pagare una bolletta e si indicano i dati di domicilio insieme a quelli di residenza, è nel domicilio che verranno inviate tutte le comunicazione al riguardo.
Le differenze tra residenza e domicilio
E’ all’interno del Comune che si deve dichiarare la residenza, andando a chiedere l’iscrizione presso il registro dell’anagrafe.
Dopo alcuni giorni, sarà compito della polizia locale verificare che le dichiarazioni fornite siano veritiere.
Inoltre, è sempre all’interno del comune di residenza che si va a scegliere anche il medico di famiglia, si effettua l’iscrizione alla lista elettorale, si vanno a chiedere tutti i certificati anagrafici utili in caso di questioni giudiziarie o di matrimonio.
Quindi, in base a ciò che abbiamo capito fino ad ora, la residenza risulta essere il posto in cui un soggetto ha una dimora abituale mentre il domicilio è il posto dove ha stabilito la principale sede dei suoi interessi e affari.
Per ogni tipo di modifica della residenza, è importante effettuare una comunicazione al comune la quale deve avvenire:
- entra e non oltre 45 giorni da quando è stata fatta la richiesta di cambio, periodo in cui il comune dovrà procedere con la verifica;
- nel caso in cui le dichiarazioni non risultano essere veritiere, si sarà costretti a pagare una multa che parte da un minimo di 25,82 euro fino ad un massimo di 129,11 euro.
Invece, per quanto riguarda il domicilio, si deve sapere che questa deve seguire ciò che possiamo leggere nel 2° comma dell’articolo 47 del Codice Civile.
Differenza tra residenza e domicilio fiscale
Sotto un punto di vista fiscale, la differenza tra residenza e domicilio fiscale risulta essere davvero molta.
Questa si verifica soprattutto nel momento in cui si fa riferimento alla prima casa e ad ogni agevolazione fiscale necessaria per l’IMU la quale non va ad applicarsi sulla prima abitazione.
In modo particolare è molto importante essere a conoscenza del fatto che:
- la residenza deve essere stabilita nel comune dove è stata comprata la casa;
- per il cambio di residenza si hanno 18 mesi di tempo.
Ciò che ne consegue quindi è che la prima casa risulta essere l’abitazione dove un soggetto deve possedere la residenza, anche se si può fare riferimento anche ad un’abitazione principale di una persona nel momento in cui si presentano una di queste condizioni:
- quando l’immobile è di proprietà del soggetto e quindi non risulta essere una casa in affitto;
- nel momento in cui la persona ha cambiato la residenza anagrafica nell’immobile;
- nel momento in cui l’immobile risulta essere la dimora abituale di una persona.
Si tratta di affermazioni che possiamo trovare all’interno dell’articolo 13, nel comma 2 presente nel decreto legge 201/2011 in cui viene messo nero su bianco che:
“per abitazione principale s’intende l’immobile iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare nel quale il possessore ed il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”.
Inoltre la residenza può avere un ruolo fondamentale per ottenere agevolazioni e sconti fiscali come:
- Detrazione di ogni spesa delle agenzie;
- Detrazioni di ogni interesse se si vuole sottoscrivere un mutuo.