“Sola con un un figlio disabile”, la lasciano senza reddito di cittadinanza: la storia di Maria

Una storia davvero triste quella di Maria, che deve accudire un figlio disabile senza più avere il supporto economico del Reddito di Cittadinanza.

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Nel bagno della sua casa popolare di corso Lombardia 121 a Torino, Maria Greco, 57 anni, ieri mattina stava tagliando i capelli al figlio Matteo, 19 anni.

La storia di Maria e del figlio disabile Matteo

Matteo convive con la tetraparesi spastica dalla nascita e percepisce una pensione mensile di 1.200 euro. Tuttavia, a causa delle nuove normative, Maria non avrà più diritto a ulteriori 500 euro di reddito minimo.

La donna ammette candidamente nella sala da pranzo del loro alloggio con due camere da letto, una cucina e un bagno, che costa 170 euro al mese, “non dormo bene la notte”.

Spiega che usa i soldi per pannolini e lenzuola per Matteo, che riceve il suo nutrimento attraverso un impianto della gamba.

Tetraparesi spastica
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Con il restante reddito riesce a risparmiare dai 60 ai 70 euro circa, mentre il resto va al teleriscaldamento d’inverno e alle bollette d’estate.

Avere un lavoro sarebbe fantastico, ma sfortunatamente Maria non riesce a trovare un impiego perché è certificata come disabile al 75%.

E poi c’è Matteo, un ragazzino che ha l’energia e l’entusiasmo di un adolescente, nonostante dimostri solo tre anni, o forse anche meno.

Maria, sfogando la sua frustrazione, chiede: “Cosa posso fare per lasciarlo in pace? Non riesce nemmeno a mangiare bene e dorme in un letto speciale“.

Il reddito che hanno ricevuto ha dato loro un senso di dignità, sia per lei che per suo figlio. Non si è mai vergognata di riceverlo, perché era un suo diritto.

Ma ora glielo stanno portando via. Maria indica suo figlio, Matteo, e dice: “Guardalo. Sono sola, senza un compagno, e devo prendermi cura di lui 24 ore al giorno”.

La restante parte consiste nel conteggiare una dolorosa sfilza di spese, tra cui l’affitto dell’Istituto, le spese mediche e l’assistenza per un giovane in crescita a cui non manca nulla nonostante l’assenza della madre.

Rischia di restare senza Reddito di Cittadinanza con un figlio disabile

“Ma adesso stiamo vivendo questo incubo”, rivela mentre pulisce i piatti nel lavello dell’Ikea, “dove quei 500 euro potrebbero sparire da un momento all’altro. Va bene, basta che mi dicano come vivere”.

Parlando di Matteo, la donna dice: “Guardalo, si nutre da una vena, di sacchetti di liquido che gli preparo ogni mattina. Lo cambio quattro, cinque volte al giorno. È tutto quello che ho. Ma lo Stato non può capricciosamente togliermi ciò che mi permette di essere una madre devota per un ragazzo di 19 anni che porta dentro di sé forse tre fardelli”.

Reddito di cittadinanza
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In un futuro che può essere descritto solo come malinconico riflesso di un’occasione perduta, il concetto di Reddito di Cittadinanza diventa cruciale.

“È quasi come se essere in uno stato di povertà o disgrazia fosse visto come un crimine che merita una punizione”, si lamenta Madre, accarezzando dolcemente la fronte di suo figlio.

“E non trovo nemmeno le parole per spiegarlo al mio caro Matteo. Dovrò aspettare di uscire da questa difficile situazione per prendermi cura di lui come si deve, mia preziosa stellina. Mio povero bellissimo amore”.

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