È arrivata una nuova comunicazione da parte dell’INPS. Cosa contiene? Pare che diversi pensionati riceveranno una pensione più alta.
Il tema pensioni è sempre difficile da affrontare, soprattutto perché ci sono leggi e regolamenti piuttosto specifici che pochi conoscono.
Ecco perché molti pensionati non hanno la possibilità di approfittare di quelle a loro vantaggio.
E lascia che te lo diciamo: non sfruttare queste leggi e regolamenti alla fine costa un bel po’ di denaro ai pensionati italiani.
Davvero un peccato. Prendiamo, ad esempio, i contributi che vengono versati anche dopo essere andati in pensione.
Ma questi contributi contano davvero per la tua pensione? Assolutamente no. L’INPS, per motivi ai più ignoti, non li prende in considerazione quanto calcola le tue prestazioni.
Pazzesco, vero? La domanda a questo punto è: puoi effettivamente aumentare la tua pensione se la integri con un altro tipo di reddito? Andiamo ad affrontare la questione.
L’INPS non tiene conto di chi versa i contributi dopo il pensionamento, e fin qui siamo d’accordo. E non accadrà nemmeno in seguito automaticamente, a meno che non poni all’INPS una domanda specifica.
Che vuol dire? Se vuoi più soldi sulla pensione, devi rivolgerti all’Istituto previdenziale, ma devi farlo in periodi specifici e prestabiliti.
Pensione più elevata con quella supplementare
I pensionati che continuano a versare contributi per vari motivi non sono certo una rarità. Tuttavia, di questi contributi nessuno se ne accorge fino a quando il pensionato non decide di rivolgersi all’INPS per chiedere l’integrazione della pensione.
L’INPS riscuote questi contributi senza restituirli al pensionato. Può farlo parzialmente oppure basandosi su quanto dice la normativa. Questi soldi accantonati sono una specie di rendita vitalizia.
Fortuna loro, i pensionati non perderanno questi contributi versati, devono soltanto richiederli come forma di integrazione della loro pensione.
Il problema è che questa richiesta non può essere fatta sempre; quindi, il pensionato è costretto a districarsi tra regole diverse, che variano in base al sistema di gestione a cui questi contributi sono stati versati.
Come e quando farne richiesta?
La scelta è soltanto per tutti i pensionati che hanno già compiuto 67 anni, ossia l’età pensionabile attuale.
La richiesta della prestazione aggiuntiva va fatta ogni due anni, partendo però da due anni dopo aver ricevuto la prima rata della tua pensione.
Se vuoi richiedere nuovamente i tuoi soldi, puoi farlo soltanto due anni dopo che hai ricevuto il benefit precedente.
Devi anche sapere che ogni due anni puoi chiedere all’INPS il ricalcolo della tua pensione sulla base dell’ultimo contributo versato.
L’unica deroga alle regole si applica a quei lavoratori che sono iscritti alla Gestione Separata INPS e percepiscono la pensione.
In questo caso viene meno il requisito del compimento dei 67 anni. Inoltre, dopo la prima richiesta di integrazione dopo due anni di pensionamento, le richieste successive aumenteranno di 5 anni ogni 5 anni.
Per richiedere questa pensione integrativa è possibile utilizzare i servizi del Patronato oppure utilizzare le consuete credenziali CIE, SPID o CNS.
In particolare, l’iter per la domanda di pensione integrativa può essere comodamente completato online sul sito dell’INPS.