I cittadini italiani che malauguratamente soffrono di questa comune patologia, potranno ottenere un assegno di 523 euro.
Quest’anno sono stati compiuti progressi significativi nel campo dei trattamenti e delle pensioni per invalidità civile.
Le disposizioni di legge per l’assistenza sociale concessa alle persone con ridotta capacità lavorativa, parziale o totale, hanno subito nel corso del 2023 una serie di notevoli trasformazioni.
La procedura di presentazione della domanda ha subito alcune modifiche e semplificazioni, rispetto a ciò che era consuetudine in precedenza. Inoltre, gli importi sono stati adeguati al tasso di inflazione, come previsto dalla Legge di Bilancio 2023.
Nota: è importante ricordare che la pensione di invalidità è concessa esclusivamente a coloro ai quali siano state diagnosticate determinate patologie ufficialmente riconosciute gravi dall’INPS.
Prendiamo il tiroidismo: questa patologia colpisce un numero impressionante di italiani, con un totale di cinque milioni di persone a soffrirne.
Ciò rappresenta circa il 10% dell’intera popolazione, evidenziando l’impatto davvero notevole di questo disturbo che coinvolge la ghiandola endocrina, che si trova proprio davanti alla trachea.
Tiroide: una ghiandola fondamentale per l’organismo
Questa ghiandola svolge un ruolo cruciale in varie funzioni corporee. Non solo regola le attività metaboliche e garantisce il corretto funzionamento delle cellule, ma svolge anche un ruolo vitale nello sviluppo neuropsichico, nella crescita corporea e nella funzione cardiovascolare.
Inoltre, la tiroide influenza anche la formazione e la crescita ossea, l’umore, la forza muscolare e la fertilità, sottolineando i suoi effetti di vasta portata sulla salute e sul benessere generale.
Alla luce di quanto detto, l’impatto di una tiroide che funziona male sul corpo non va assolutamente sottovalutato.
Stanchezza, astenia, debolezza, intolleranza al freddo, difficoltà di concentrazione, riduzione della memoria e sonnolenza sono tutti segni rivelatori che la ghiandola tiroidea non funziona in modo adeguato.
Assegno di 523 euro dall’INPS per chi soffre di tiroidismo
In diversi casi, le ripercussioni di una tale condizione possono essere molto debilitanti. Per questo motivo è previsto un bonus di 523 euro per i cittadini che soffrono di questa patologia, da chiedere direttamente all’INPS.
Nel caso in cui il malfunzionamento della tiroide provochi in una persona uno stato debilitante, questi può avere diritto alla pensione di invalidità.
La percentuale di invalidità che viene riconosciuta è compresa tra il 74 e il 100%.
In tali casi, i destinatari possono ottenere una somma mensile che va da un minimo di 291,95 euro fino a un massimo di 523,82 euro per un periodo di tredici mesi.
Percentuali più elevate sono di solito associate a gravi condizioni della tiroide, tra cui ipertiroidismo, ipotiroidismo acuto, presenza di carcinomi tiroidei e varie forme di gozzo.
Al contrario, le malattie autoimmuni croniche della tiroide non rientrano nella categoria delle malattie debilitanti, a meno che non siano associate ad un’altra condizione medica invalidante.
Oltre a soddisfare il requisito sanitario, esiste anche una soglia di reddito specifica che bisogna possedere per ricevere il pagamento mensile.
Ad esempio, le persone che sono invalide al 100% devono avere un reddito sotto i 17.271,19 euro.
Tuttavia, anche se uno non soddisfa questi limiti di reddito, può comunque utilizzare il sistema di detrazione per alleviare il proprio carico fiscale alla fine dell’anno.
Come richiedere l’invalidità connessa al tiroidismo
Per ciò che concerne la richiesta inerente all’invalidità che deriva dai gravi problemi alla tiroide, le persone dovranno rivolgersi all’INPS e sottoporsi ad un esame approfondito condotto dalla commissione medico-legale designata dall’ente.
La relazione generata da tale esame specificherà il livello di invalidità riconosciuto, fornendo così informazioni sui benefici disponibili che possono essere ottenuti.
Nel caso in cui la stima sarà minore del 74%, allora si potranno richiedere dei benefici di natura non economica, tipo i permessi speciali per le cure o il diritto al collocamento mirato.
Se alla persona interessata viene riconosciuta la legge 104, potrà ottenere altre agevolazioni, tipo l’IVA al 4%, l’esenzione dal pagare l’imposta di bollo, le detrazioni per i figli a carico e la detrazione per acquistare un’auto, che è pari al 19%.