Nel momento in cui si parla di rivalsa del datore di lavoro, si fa riferimento ad uno strumento che la legge ha realizzato, andando incontro al datore di lavoro o all’azienda. La quale non può avvalersi delle prestazioni di un dipendente che temporaneamente è inabile o manca.
Questo è l’argomento che tratteremo nel testo di oggi, ossia ciò di cui si parla nel momento in cui si fa riferimento a rivalsa del datore di lavoro. Capiremo quindi in cosa consiste, in quale occasioni scatta e per quale motivo.
In cosa consiste la rivalsa del datore di lavoro
Nel momento in cui si parla di rivalsa del datore di lavoro si fa riferimento ad un’azione legale che l’azienda o lo stesso datore, può iniziare verso coloro che hanno causato lesione, malattia o infortunio del dipendente.
Quindi, la rivalsa è l’oggetto di un diritto per fare in modo che un datore di lavoro o un’azienda ottenga un risarcimento il quale può anche rivalersi su un terzo responsabile, e quindi fare in modo che il risarcimento venga da altri.
Ciò accade nel momento in cui la condotta lesiva di un terzo contribuisca alla malattia o all’infortunio di un lavoratore.
In tali circostanze l’azienda è costretta a supportare dei costi per nulla trascurabili nel caso in cui il dipendente ferito vada ad occupare una posizione di direzione o di coordinamento oppure un ruolo chiave per quanto riguarda la nascita di profitti a livello aziendale.
Ed è per questo motivo che in situazioni del genere è ammessa l’azione risarcitoria verso la tutela delle dature.
Un caso tipico in cui il datore ha la possibilità di rivalersi è un infortunio provocato da un incidente stradale.
In questo caso la tutela ha inizio indifferentemente dal contesto in cui l’infortunio o l’incidente ha avuto luogo.
Su quali fondamenti si basa l’azione risarcitoria
L’azione di rivalsa si basa sia sulla legge che su tutto ciò che i vari giudici hanno pronunciato, comprese le sentenze dei giudici della cassazione.
Inoltre è importante non dimenticare che il dipendente che ha ricevuto un infortunio temporaneo che quindi non è abile temporaneamente alla prestazione di lavoro, ha il diritto di preservare il suo posto insieme allo stipendio.
Inoltre, gli enti previdenziali insieme a quelli assistenziali vanno ad integrare soltanto una parte della busta paga del dipendente andando a gravare sull’azienda verso gli altri pagamenti.
In modo particolare, nel momento in cui si parla di infortunio per motivi di lavoro o in itinere, si fa riferimento ad infortunio INAIL mentre, nel caso in cui si parla di un infortunio estraneo all’attività di lavoro, questa sarà gestita in qualità di assenza di malattia da parte dell’Istituto di previdenza INPS.
E’ l’articolo 2043 presente nel Codice Civile a stabilire quale sia il fondamento della rivalsa.
Questo afferma che chiunque provochi danni ad un’altra persona è obbligato a risarcirlo, stessa cosa che deve fare nel momento in cui questo sia impossibilitato ad andare al lavoro a causa degli infortunio ricevuto.
Un evento che non danneggia soltanto il dipendente ma anche l’azienda la quale risulta essere poi parte integrante del risarcimento.
Per quantificare il danno subito dal datore di lavoro, è importante riferirsi alla retribuzione e ai contributi previdenziali che l’azienda versa obbligatoriamente in quell’arco di tempo in cui il dipendente è assente a causa della lesione dell’infortunio.
Inoltre, il diritto del risarcimento per rivalsa è protetto anche per tutto ciò che riguarda un ulteriore danno di comprovata necessità in cui si va a sostituire il dipendente con un altro soggetto, il quale deve essere pagato proprio come viene pagato anche il dipendente bloccato a seguito dell’incidente.
Le spese dell’azienda
In base a ciò che abbiamo detto finora, una parte del costo lavoratore deve essere sostenuta dall’azienda nel momento in cui la lesione è provocata dal fatto del terzo.
Dei costi che risultano essere variabili e che fanno riferimento al settore di impiego.
In genere, si fa riferimento ad una retribuzione pari a due terzi dello stipendio lordo.
Quindi, il costo lavoratore fa riferimento alla quota di retribuzione differita che viene maturata nel periodo di assenza proprio come accade anche per le ferie non godute.
Inoltre, anche durante il periodo in cui il dipendente non si reca al lavoro a causa di un infortunio, egli conserva la retribuzione proprio come diritto anche se enti come INAIL o INPS vanno a liquidare solo una parte della retribuzione.
Il datore invece vede cadere su di sé un’altra frazione in quanto deve necessariamente integrare la retribuzione del lavoratore lesionato e quindi assente.
È facile capire che in questo caso quindi si presenta il diritto di rivalsa.
Le condizioni che si applicano per la tutela risarcitoria
E’ importante far luce su quelle circostanze in cui entra in gioco l’azione di risarcitoria della rivalsa del datore e quindi capire quando questa risulta essere valida.
Ecco di cosa si tratta:
- la malattia o l’infortunio devono nascere da un fatto illecito di un terzo responsabile;
- la rivalsa dell’azienda risulta essere valida sia per quanto riguarda le ipotesi di infortunio che per ipotesi di malattie e può essere applicabile sempre nel momento in cui l’infortunio o la malattia è provocato da un responsabile terzo ed esterno e che è coperto da un’assicurazione;
- non si devono rivelare che gli effetti dell’infortunio o della malattia sono ancora presenti visto che il risarcimento prevede una prescrizione di 24 mesi nel caso in cui il danno è provocato da un incidente stradale. Quindi, la rivalsa può essere esercitata fino alla scadenza di due anni a seguito dell’evento;
- l’azione di rivalsa del datore risulta essere valida nel momento in cui dipendente non ha concorso in nessun modo all’incidente oppure quando ne viene accertata una corresponsabilità.
Per concludere, esiste una tutela speciale risarcitoria nel caso in cui l’incidente ha provocato danni nel dipendente trasportato.
In questo caso il risarcimento entra in gioco anche nel momento in cui il conducente del mezzo su cui si trovava, non ha ragione.