In arrivo un nuovo bonus di 780 euro al mese che verrà dato a chi non lavora. Vediamo i requisiti e come ottenerlo.
Nel mese di luglio verrà distribuita ad alcune fasce l’ultima rata del Reddito di Cittadinanza 2023. Parimenti, cesserà di essere erogata anche la pensione di cittadinanza.
Questo consueto pagamento di metà mese verrà interrotto per le persone che soddisfano i criteri per l’occupazione, come indicato nell’adeguamento del bilancio 2023. Questo emendamento ha ridotto a sette gli stipendi mensili per queste specifiche categorie.
L’INPS, con comunicazione del 12 luglio con messaggio 2632, ha chiarito che nel mese di luglio cesserà l’agevolazione erogata a una determinata fascia di beneficiari.
Di conseguenza, questi soggetti non riceveranno più fondi sulla loro carta Rdc a partire dal mese di agosto. D’altra parte, diversi gruppi di beneficiari continueranno a ricevere il Reddito fino al 31 dicembre 2023.
Nuovo bonus di 780 euro al mese senza lavorare
I contenuti del Decreto Lavoro numero 48, recentemente convertito in legge, chiariscono abbondantemente che il sussidio di inserimento lavorativo, precedentemente concesso dal 2019 ad oggi, è stato abolito.
Al suo posto sono state istituite due nuove forme di assistenza finanziaria. Il primo è l’indennità di inclusione, in vigore da gennaio 2024. Inoltre, a partire da settembre, le persone fisiche potranno beneficiare di un sussidio di 350 euro.
Il prossimo Assegno di Inclusione si discosterà dal precedente sussidio e ammonterà a 780 euro.
Per semplificare il processo ed espandere l’accessibilità, il governo ha scelto di consolidare molteplici vantaggi in un unico sussidio economico.
Le procedure per richiederlo, l’importo specifico dovuto e le linee guida relative all’ammissibilità variano per ogni nucleo familiare idoneo a beneficiare di questo programma.
Assegno di Inclusione: i requisiti
L’intenzione del governo di snellire il programma del reddito di cittadinanza ha portato inaspettatamente a una revisione completa.
Il governo ha deciso di rivedere le misure di riduzione della povertà, estendendone l’applicazione alle persone in grado di lavorare o già occupate.
Questo nuovo approccio, noto come “indennità di inclusione“, fonde il reddito di base con il reddito di inclusione.
L’attuazione è prevista a partire dal 1° gennaio 2024 per i soggetti con un ISEE di 9360 euro o un reddito inferiore a 6mila euro.
L’importo minimo del sostegno erogato non deve essere inferiore a 480 euro annui, ma può arrivare fino a 630 euro mensili per i componenti del nucleo familiare anziani o portatori di gravi disabilità.
Inoltre, saranno inclusi ulteriori 280 euro per i soggetti che possono dimostrare regolari canoni di locazione attraverso un contratto con l’Agenzia delle Entrate, per un totale mensile di 780 euro.
In sostanza, questo programma è simile all’RdC in termini di importo complessivo e di alcuni componenti, ma i parametri coinvolti sono fondamentalmente diversi.
Per le persone occupabili o attualmente occupate, l’agevolazione può essere utilizzata, ma con il requisito della formazione obbligatoria e per un periodo limitato a un anno.
Le persone che cercano lavoro e ricevono il beneficio economico non potranno rifiutare un’offerta di lavoro senza perdere i benefici.
D’altra parte, i datori di lavoro che assumono persone idonee al programma avranno diritto a vari sconti contributivi.
Per quanto tempo viene concesso l’assegno?
L’assegno ha una durata di 18 mesi e può essere prorogata per ulteriori 12 mesi, con un mese di pausa.
Tuttavia, questa estensione è disponibile solo per le persone che hanno un minore a carico, un anziano di età superiore ai 60 anni o una persona disabile residente nel proprio nucleo familiare.
Per tutti gli altri individui, la sovvenzione fornirà comunque benefici a lungo termine. È importante il rispetto dei requisiti obbligatori di cittadinanza, residenza e condizione economica, comprese le limitazioni al patrimonio immobiliare, che non deve superare i 150mila euro ai fini IMU.
La scala di equivalenza utilizzata assegna alla prima persona un valore di 1, e tale valore può essere incrementato fino a 2,2, con un ulteriore incremento di 2,3 nel caso di soggetti diversamente abili.
I soggetti che possono essere assunti devono adempiere al dovere di accettare offerte di lavoro che soddisfino determinate condizioni.
Nel caso di un familiare che svolge un’attività lavorativa subordinata non è prevista l’indennità di cessazione del rapporto di lavoro purché il reddito non superi i 3000 euro annui lordi.