Con la chiusura del Reddito di Cittadinanza e l’arrivo dell’Assegno di Inclusione, alcune persone potrebbero ritrovarsi con 200 euro in meno.
La riforma del Reddito di Cittadinanza potrebbe non creare grosse difficoltà a più di una famiglia.
È importante notare che per i nuclei familiari con almeno un componente minorenne, disabile o ultrasessantenne, il passaggio dal RdC si allineerà all’attuazione dell’Assegno di Inclusione. Questa nuova misura avrà molte somiglianze con l’attuale politica in atto.
A titolo esemplificativo, in termini di requisiti, la soglia dell’ISEE rimarrà stabile a 9.360 euro. Per quanto riguarda le cifre, si partirà da 500 euro al mese e successivamente si aumenterà in base alla configurazione della struttura familiare.
È importante notare che, anche se ci può essere un senso di sollievo, è bene sapere che ci saranno degli aggiustamenti con il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di inclusione.
Questi aggiustamenti impatteranno in particolare sul calcolo del parametro della scala di equivalenza, che è il coefficiente responsabile dell’aumento del livello di assistenza fornito a ciascun membro di una famiglia.
Come funziona il nuovo sostegno alle famiglie
Attualmente al parametro della scala di equivalenza viene applicato un valore incrementale di 0,4 per ogni individuo di età adulta. Ciò si traduce in un aumento di 200 euro.
Per esempio, nel caso di una famiglia composta da due adulti, la somma di base non sarebbe di 500 euro, ma di 700 euro.
Eventuali guadagni acquisiti verrebbero successivamente sottratti a tale limite (e in caso di superamento non verrebbe concesso il Reddito di Cittadinanza).
Per intenderci, ipotizziamo un reddito annuo di 2.600 euro, pari a 200 euro al mese: l’individuo percepirebbe un reddito di cittadinanza di 500 euro (700 – 200).
L’attuazione dell’Assegno di Inclusione comporterà un cambiamento nel modo di fare le cose. In base a questo nuovo sistema, il coefficiente di 0,4 sarà applicabile solo a membri adulti selezionati del nucleo familiare.
Ciò comporta un potenziale rischio non solo di ridurre l’importo mensile ricevuto, ma anche di ostacolare la capacità della famiglia di accedere al sostegno necessario.
RdC, 200 euro in meno per queste persone
A partire dal 1° gennaio 2023, l’attuazione dell’assegno di inclusione rappresenta un potenziale rischio per numerose famiglie.
Tale rischio comporta la perdita potenziale di circa 200 euro al mese per ciascun componente adulto all’interno di tali nuclei familiari.
Le persone di età pari o superiore a 18 anni saranno prese in considerazione nella determinazione della scala di equivalenza solo se hanno un ostacolo legittimo che lede la loro capacità di lavorare. Di conseguenza, tutte le persone ritenute abili al lavoro non saranno incluse.
Solo il parametro 0.4 rimane assegnato esclusivamente a dettagli specifici. È fondamentale notare che le persone che si prendono cura di un familiare di età inferiore a tre anni o di un minimo di tre figli minori, o di un familiare con disabilità grave, devono far parte dello stesso nucleo familiare.
I componenti disabili o non autosufficienti sono soggetti a un aumento del parametro della scala di equivalenza di 0,5, con una quota di 250 euro anziché 200.
L’esclusione di tutti gli altri individui ha implicazioni sostanziali sia per il valore dell’Assegno che per la possibilità di riceverne i benefici.
Un esempio
Si consideri, ad esempio, una famiglia composta da tre adulti capaci, tutti occupabili. Un membro di questa famiglia lavora part-time e percepisce un reddito annuo di 8.000 euro.
Tuttavia, tale soggetto è idoneo al Reddito di Cittadinanza perché ha un ISEE inferiore a 9.360 euro e un reddito di 8.000 euro (mentre la soglia per questo specifico caso è fissata a 10.800 euro, ovvero 6.000 euro moltiplicati per il parametro di scala 1,8.
L’importo mensile ricevuto con l’Rdc è di 2.800 euro, frazionabili in circa 233 euro nell’arco di 12 mesi.
L’entrata in vigore dell’Assegno di Inclusione comporterà un cambiamento notevole. In questo nuovo sistema, il parametro della scala di equivalenza sarà regolato a 1, il che significa che ogni individuo sarà considerato occupabile.
Di conseguenza, la soglia di reddito per accedere all’assistenza scenderà a 6.000 euro, in calo rispetto al precedente parametro di 1,8.
Ciò implica che le persone con un reddito di 8.000 euro non potranno più beneficiare del nuovo sostegno.
Consideriamo un’ipotetica famiglia composta da tre persone adulte, tutte abili al lavoro ma attualmente prive di reddito.
In questo scenario, la famiglia avrebbe ancora diritto all’assegno di inclusione, anche se l’importo sarebbe notevolmente ridotto.
Invece di ricevere 900 euro al mese (calcolati come 10.800 euro divisi per 12 mesi), adesso riceverebbero 500 euro.
Di conseguenza, ogni membro maggiorenne (escluso il richiedente) subirebbe un decremento di 200 euro.
Bonus 350 euro: ecco per chi
Se a qualcuno capiterà di perdere 200 euro, è possibile che possa poi guadagnare 350 euro. Si segnala che le componenti che non rientrano nel parametro della scala di equivalenza possono comunque essere ammissibili al Piano di sostegno alla formazione e al lavoro.
Questo programma fornisce un’indennità mensile di 350 euro alle persone che stanno partecipando a un corso di formazione. Il supporto è previsto per l’intera durata del corso, ma non superiore a 12 mesi.
Occorre cautela nel considerare questo dato: possono usufruire di questa agevolazione solo i soggetti iscritti a un nucleo ristretto e in possesso di un ISEE non superiore a 6.000 euro.