Il bonus animali domestici spetta solo ad una determinata categoria di persone: ecco come ottenerlo e tutti i dettagli
Avere in casa un animale domestico che ci faccia compagnia, è un vero piacere per tutti. Tante famiglie italiane oggi hanno degli animali domestici in casa che comportano però dei costi non indifferenti, soprattutto se si parla di visite dal veterinario, farmaci, interventi chirurgici e altre necessità per la buona salute del nostro amico a quattro zampe.
Per la prima volta, con la nuova legge di Bilancio 2024, il governo ha introdotto un bonus anche per i proprietari di animali domestici. Si tratta di un vero e proprio fondo per cani, gatti e altri animali d’affezione, come da tempo richiesto anche dalle associazioni di categoria. Il fondo destinato per sovvenzionare questo beneficio è, per la verità, assai modesto e ammonta alla cifra di 750 mila euro distribuiti su tre anni.
Non è ancora chiaro quale sarà l’ammontare di questo bonus per ogni famiglia, mentre già circola qualche indiscrezione piuttosto attendibile sui requisiti di accesso e possibili utilizzi. Si tratta del cosiddetto “Bonus Animali d’affezione” o “Bonus Animali domestici” mirato a fornire un sostegno economico ai proprietari di animali d’affezione. Le spese che sono coperte da questo fondo concernono le visite veterinarie, interventi chirurgici e l’acquisto di farmaci specifici.
Per sovvenzionare questo bonus il governo stanzierà circa 250mila euro per ciascun anno, per i prossimi tre anni. Non tutti i proprietari di animali domestici potranno usufruire di questo sussidio economico. Solo i proprietari over 65 con un ISEE che non supera i 16.215 euro annui, potranno beneficiare di questo bonus.
Ma quali sono gli animali di affezione che bisogna avere in casa per poter percepire il bonus? Per animali di affezione si intendono, secondo quanto dispone un decreto del 2003, quegli animali che vengono tenuti o che sono destinati ad essere tenuti dall’uomo per compagnia o per un legame affettivo. Pertanto sono esclusi quegli animali che si detengono solo a scopo produttivo o alimentare. Ad esempio si tratta dei cani addestrati per assistere persone con disabilità o gli animali adibiti alla pet-therapy o riabilitazione e gli animali utilizzati in ambito pubblicitario.
Oltre ai cani e ai gatti, tra gli animali di affezione possono rientarre anche roditori, conigli, furetti e uccelli. A breve, secondo quanto riportano alcune fonti governative, la categoria degli animali d’affezione sarà ulteriormente estesa, coinvolgendo anche anfibi, invertebrati e animali acquatici. Oltre al bonus, l’attuale normativa consente ancora di poter detrarre il 19% delle spese veterinarie dalla dichiarazione dei redditi fino ad una soglia che non può eccedere i 550 euro e una soglia minima di 129,11 euro.