Alcuni truffatori seriali sono soliti inserire altra merce dentro il sacchetto già pesato, mentre altri sollevano il sacchetto sul bilancino al momento della pesatura: ecco di quale reato si tratta
E’ vero che l’inflazione ha reso il carrello della spesa molto più caro e che tante famiglie ormai faticano ad arrivare a fine mese, ma questo non giustifica i tanti tentativi di furto o le piccole truffe che si consumano ogni giorno nei supermercati e che ormai sono diventati sempre più frequenti.
Secondo l’orientamento prevalente della giurisprudenza, la situazione di indigenza non configura quello “stato di necessità” che può giustificare la commissione di un reato. Solo nei casi in cui si può paventare il rischio concreto di un «danno grave alla persona», il furto nei supermercati può essere giustificato.
Secondo l’orientamento della Cassazione, anche il furto di una semplice mela o di una bottiglia di vino, rappresenta sempre un reato penale.
Molti furbetti ormai hanno studiato delle tecniche subdole per truffare i supermercati pagando meno la merce che comprano. Le truffe maggiori si verificano nel reparto frutta e verdura soprattutto al momento della pesatura della merce sul bilancino “fai-da-te”. Alcuni truffatori seriali sono soliti inserire altra merce dentro il sacchetto già pesato con il prezzo stampato. Un comportamento che costituisce a tutti gli effetti un reato. Un tentativo di raggiro che i supermercati possono facilmente sventare pesando alla cassa la merce attraverso la bilancia collocata sul rullo automatico.
Ci sono anche i furbetti che agiscono subdolamente tenendo leggermente sollevato il sacchetto al momento della pesatura, di modo che il peso risultante dalla bilancia sia inferiore a quello reale. In tal caso, esistono bilance piuttosto sensibili che tendono a non rilasciare lo scontrino finchè il peso del prodotto non viene stabilizzato sul piatto. In ogni caso si tratta di un tentativo di truffa passibile di querela.
Integra il reato di truffa anche il comportamento di chi digita il codice di un prodotto diverso (chiaramente più conveniente) al posto di quello realmente pesato, per ottenere uno scontrino più leggero. Anche in questo caso si commette truffa. E’ reato anche il gesto doloso compiuto da chi toglie l’adesivo con il codice a barre per sostituirlo con quello di un altro più economico. Una fattispecie che può essere contestata come tentata truffa anche quando l’oggetto in questione non viene ancora portato alla cassa.
Oggi i supermercati, grazie alle tante telecamere che sono collocate praticamente in ogni reparto, possono facilmente stanare i furbetti dello scontrino e chiamare in causa la vigilanza per gli accertamenti di rito e le eventuali denunce alle autorità preposte. Va ricordato che per legge ogni cliente ha diritto di entrare in un supermercato con uno zaino o una borsa, ma viene anche concesso ai supermercati il diritto di chiedere che questi accessori vengano riposti in un apposito contenitore di oggetti.