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Consumatori

Documenti, multe e scontrini, non gettare via le quietanze! Ecco per quanto tempo vanno conservate

I documenti e le ricevute di pagamento non dovrebbero mai essere gettati via se non prima di un determinato lasso di tempo: i consigli dell’UNC

Scontrini e commercialista, i tempi di conservazione delle quietanze – oipamagazine.it

La pessima abitudine di disfarsi in fretta delle quietanze può costare cara a chi vive in Italia, soprattutto se si tratta di documenti, cartelle, bollette pagate o altre ricevute che dimostrano il pagamento di imposte e balzelli vari. La cosa migliore è sempre quella di crearsi una carpetta apposita dove catalogare questi documenti importanti, almeno per un periodo di tempo abbastanza lungo. Ma per quanto tempo è utile conservare questi documenti?

A rispondere a questa domanda ci ha pensato l’Unione Nazionale Consumatori, che ha pubblicato un vero e proprio vademecum in cui vengono consigliati i tempi e le modalità di conservazione, per non aver problemi in futuro. Conservare tutto con cura ci può aiutare, oltre che a dimostrare l’avvenuto pagamento, anche ad evitare il rischio di effettuare doppi pagamenti o di ricevere pesanti sanzioni per tasse o imposte già pagate.

L’Unione Nazionale Consumatori APS (UNC) è la prima associazione di consumatori in Italia, riconosciuta dal Codice del Consumo e dalla Commissione Europea. UNC è, invece, un’associazione indipendente da partiti politici e sindacati, che svolge attività informative ed educative per indirizzare e orientare i consumatori verso comportamenti virtuosi.

I consigli dell’UNC

Secondo l’UNC, i documenti e le ricevute di pagamento rappresentano delle fondamentali “pezze di appoggio” che vanno conservate almeno per 6 mesi dall’avvenuto pagamento, se si tratta di ricevute che riguardano le strutture turistiche. Questo è il tempo entro il quale, le aziende potrebbero chiederne conto nel caso non risultasse l’avvenuto pagamento.

Si consigliano invece tempi più lunghi di conservazione (dai 12 ai 18 mesi) in caso di ricevute delle spedizioni. Nel vademecum viene invece consigliato di conservare almeno per 12 mesi tutte quelle quietanze che attestano l’avvenuto pagamento di rette, mense scolastiche, iscrizioni a corsi o palestre, o le quietanze che dimostrano il pagamento dell’assicurazione. Se questi documenti sono stati inseriti nella dichiarazione dei redditi per ottenere detrazioni, il tempo di conservazione deve essere esteso addirittura a 5 anni.

Fatture e scontrini, i consigli dell’Unc sui tempi di conservazione – oipamagazine.it

I vari scontrini che ci vengono rilasciati in caso di acquisti, dovrebbero essere conservati per almeno 24 mesi, per non incorrere in rischi. Per quanto concerne tutte quelle quietanze che attestano spese farmaceutiche e sanitarie scaricate con la dichiarazione dei redditi, il tempo corretto di conservazione è di 5 anni. E’ di tre anni il tempo consigliato di schedatura per le parcelle pagate ai professionisti, come avvocati, notai, dentisti o ingegneri. Lo stesso tempo è richiesto anche per la conservazione delle quietanze che attestano il pagamento del bollo auto.

Modello Unico e 730, i tempi di conservazione

Bisogna sempre ricordare che il fisco può effettuare dei controlli sulle nostre dichiarazioni per un tempo massimo di 7 anni, quindi conviene conservare il Modello UNICO o il 730 per almeno 8 anni. Per quanto concerne IRPEF, IVA, o IRAP le ricevute di pagamento delle cartelle dovrebbero essere conservate addirittura per 10 anni, al fine di non incorrere in brutte sorprese.