L’Assegno di Inclusione scatterà il prossimo 1° gennaio in sostituzione del vecchio Rdc. Chi potrà contare su questo sussidio? Quale sarà l’importo? Scopriamo tutti i dettagli nel testo che segue.
Assegno di inclusione e Supporto alla formazione e al lavoro sono le due misure che sono state introdotte dal Governo Meloni – con un decreto legge dello scorso 4 maggio – in sostituzione del vecchio Reddito di Cittadinanza.
Il nuovo Governo, infatti, ha scelto di cambiare le carte in tavola in merito alla fruizione del sussidio per tutte quelle persone con un reddito basso e in attesa di un nuovo posto di lavoro.
Se il Supporto alla formazione e al lavoro è partito lo scorso 1° settembre – esso permetterà a migliaia di italiani di ricevere un sussidio mensile da 350 euro e di seguire dei corsi di formazione utili per l’inserimento nel mondo lavorativo – si aspetta l’inizio del 2024 per quanto concerne l’Assegno di inclusione.
L’obiettivo del nostro articolo è parlare proprio di questo nuovo sussidio. Nei prossimi paragrafi spiegheremo nel dettaglio il funzionamento di esso, vedremo a chi spetterà e quale sarà l’importo mensile ricevuto nei vari casi. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.
Dal 1° gennaio del 2024 diverse famiglie in difficoltà dal punto di vista finanziario potranno contare su un assegno mensile, denominato Assegno di inclusione. Si tratta di un sussidio per contrastare la povertà e la tendenza all’esclusione sociale da parte di alcune famiglie del nostro Paese.
Per ricevere il contributo statale ogni mese sarà obbligatorio rispettare alcuni requisiti. L’ISEE dell’intera famiglia non dovrà superare la soglia dei 9 mila e 360 euro all’anno. Inoltre, all’interno del nucleo familiare dovrà esserci almeno un componente di questo tipo:
L’importo dell’Assegno di inclusione può andare da un minimo di 480 euro fino a un massimo di 6 mila euro all’anno, moltiplicato il tutto per una determinata scala di equivalenza che vedremo a breve. Oltre a tale importo, lo stato potrà aggiungere 3 mila e 360 euro per il pagamento dell’affitto, sempre a patto che all’interno del nucleo familiare ci sia almeno un componente appartenente alle categorie viste prima.
L’importo mensile varia, dunque, in base al reddito, ma anche a una determinata scala di equivalenza.
Il tutto, infatti, sarà moltiplicato per: