La quota di pensione che un genitore effettua al figlio va ricondotta all’eredità? Scopriamo insieme cosa prevede la legge.
La Corte di Cassazione ha chiarito un aspetto molto importante che riguarda la frazione di pensione di un genitore. In molti si chiedono se quest’ultima vada ricondotta all’eredità oppure no. Scopriamo insieme cosa prevede la legge al riguardo.
Per spiegare questo passaggio, possiamo fare un esempio pratico. Poniamo il caso in cui il figlio vive ancora con l’anziano genitore, il quale gli versa la parte della pensione: tali soldi, a questo punto, vanno ad incidere sull’eredità in quote oppure no?
In sostanza, questo denaro può essere qualificato come anticipazioni della stessa? È da restituire? Cerchiamo di fare chiarezza.
La Cassazione è intervenuta in materia, affermando che aia legittimari debba spettare una quota dell’eredità della persona deceduta, che non gli potrà essere sottratto neanche un apposito testamento.
Qualora il legittimario non abbia la parte che gli spetta, può impugnare il testamento della successione e, qualora tale azione fosse abbastanza, richiedere il reintegro della propria quota, nonché la revoca delle donazioni del defunto, effettuate da quest’ultimo quando era in vita.
Per tali ragioni, è fondamentale comprendere se, in caso di quote di pensione anticipate, ci si trova di fronte ad anticipi di eredità.
Le donazioni possono essere considerate atti di generosità da parte dell’anziano che percepisce la pensione, anche se, bisogna dire, che il patrimonio del donante si impoverisce nel momento in cui cede parte del propri soldi al figlio.
Per questo motivo, dunque, il patrimonio del defunto può essere minato da tale compassione, che può effettivamente alleggerire la quota di eredità prevista per i legittimari.
Nel momento in cui la quota di pensione attribuita è considerata una donazione, la legge prevede che debba essere considerata come un anticipo di eredità o della quota di legittima.
Per tale ragione, inoltre, nel momento in cui il donante muore, la donazione deve essere restituita e imputata alla quota riservata, al fine di ripartire più equamente l’eredità tra i legittimari.
Il notaio, dunque, avrà il compito di capire se il donante defunto abbia rispettato, nei fatti, le quote dei legittimari, considerando le donazioni eventualmente realizzate nei loro riguardi.
Previsto tutto quanto appena detto, la legge prevede che se il genitore prende la decisione di dare al figlio una somma di denaro per aiutarlo naturalmente, tale denaro non è ritenuta una donazione, bensì un conferimento legato alla collaborazione familiare e alla convivenza.
Per tali motivi, dunque, le quote di pensione, attribuite ai figli, non dovranno essere ricondotte nell’eredità e, pertanto, non potranno essere considerate in ottica di suddivisione della quota legittima.