Tasse maggiori per coloro che mettono in vendita l’immobile che hanno ristrutturato grazie all’agevolazione del Superbonus: ecco cosa c’è da sapere.
Coloro che hanno ristrutturato casa con il Superbonus e hanno pensato, poi, di rivenderlo dovranno rapportarsi al Fisco. Chi, infatti, mette in vendita un appartamento ristrutturato con l’agevolazione prima dei cinque anni dalla fine dei lavori, usufruendo dello sconto in fattura della cessione del credito, dovrà versare le tasse sul guadagno ottenuto. Scopriamo insieme tutte le novità in merito a questa novità che è presente all’interno della Legge di Bilancio e che sarà attuata a partire dal 1° gennaio del prossimo anno.
Qualora si venda l’immobile ristrutturato attraverso l’agevolazione offerto dal Superbonus, bisogna fare i conti con il Fisco.
A parte il caso degli immobili ereditati, tale decisione comporta il pagamento di tasse sul guadagno ottenuto dalla vendita dell’abitazione ristrutturata avvalendosi, per l’appunto, dell’agevolazione fiscale concessa dallo Stato.
A sottolinearlo, in maniera specifica, è proprio l’articolo 18 della bozza di Legge di Bilancio che colpirà, nel dettaglio, le compravendite di immobili attuate a partire dal 1° gennaio 2024.
C’è da dire, infatti, a tal proposito, che i lavori messi in atto – avvalendosi del Superbonus – sono inseriti nella lista delle plusvalenze tassate con l’imposta sostitutiva del reddito pari al 26%. La nuova tassazione, dunque, va ad apportare diversi cambiamenti, di cui è bene essere a conoscenza e di cui vi parliamo nelle prossime righe.
Partendo dal fatto che viene applicata una tassazione del 26% sulle vendite effettuate prima dei cinque anni dalla scadenza dell’ottenimento del Superbonus ai fini della ristrutturazione, il calcolo è effettuato in questo modo.
Si prende, infatti, in considerazione la differenza tra quanto guadagnato per la vendita dell’immobile e quello che era stato il prezzo di costruzione o di acquisto o dello stesso. Tale prezzo, inoltre, può essere rivalutato in base all’inflazione corrente.
Il tutto, poi, è sommato a ogni costo legato all’appartamento o a casa venduti, tra i quali vi sono le spese del notaio, le imposte di trascrizione, catastali e ipotecarie, nonché le spese effettuate per la ristrutturazione.
A questi, inoltre, si aggiungono anche i così versati per quel che concerne il miglioramento energetico. Queste spese, come detto, portano alla diminuzione della differenza con il prezzo di vendita.
I costi dei lavori, dunque, non andranno a diminuire la plusvalenza, qualora si è fatto ricorso la cessione del credito allo sconto in fattura. Questa decisione, presa dal governo meloni, riguarda la vendita di immobili ristrutturati, per l’appunto, con l’agevolazione del Superbonus al 110%.
I proprietari, invece, che hanno ottenuto un’agevolazione tramite rimborso della propria Irpef versata, non saranno interessati da questo tipo di misura.