Quali sono i requisiti da rispettare per ottenere il contributo previsto dalla legge per la rottamazione della stufa a pellet? Ecco quanto c’è da sapere.
Il prezzo del pellet è ritornato ad essere accessibile, secondo quanto ha comunicato ARIEL, ritornando, nei fatti, a quello proposto nel 2021. Per questo motivo, la stufa a pellet è una delle opzioni più scelte dagli italiani per il riscaldamento domestico. Qualora dovete rottamare il vostro dispositivo e volete ottenere il contributo previsto, è necessario rispettare specifici requisiti. Scopriamo insieme quali sono.
Rottamazione stufa a pellet a costo zero
Le stufe a pellet sono una delle opzioni di scelta degli italiani, in quanto permettono di riscaldare la propria abitazione, risparmiando notevolmente sui costi finali.
Negli ultimi tempi, inoltre, è diminuito anche il prezzo di questo biocombustibile: una notizia che ha favorito l’acquisto non solo di tale materiale ma anche dei dispositivi per utilizzarlo.
In alcune regioni dello Stivale, sono attivi – in tal senso – diversi bandi che si occupano della rottamazione delle stufe a pellet, ormai in disuso, con contributi e finanziamenti a fondo perduto.
In Veneto, inoltre, la dotazione finanziaria è stata incrementata in modo da incentivare ulteriormente questo procedimento. Per ottenere questi benefici, bisogna, però, rispettare determinati requisiti previsti dalla legge, che riguardano, nello specifico, parametri reddituali che non possono essere oltrepassati.
I requisiti per richiedere il contributo
L’iniziativa per la rottamazione delle stufe a pellet è disponibile nella regione Veneto. I cittadini che intendono fruire di tale contributo, devono avere un reddito annuale non superiore ai 50mila euro annui.
Il contributo in questione, inoltre, è cumulabile con l’incentivo fornito dal GSE, quantificato tenendo in considerazione la situazione economica della famiglia. Si può, dunque, ottenere un contributo che può garantire anche la copertura fino al 100% della spesa ammessa.
La quota dell’incentivo fa riferimento alle emissioni di particolato primario generate dall’impianto e al Comune in cui l’intervento è realizzato.
Per i residenti dei Comuni che – dal 2020 – hanno messo in atto ordinanze per migliorare la qualità dell’aria, è previsto un punteggio aggiuntivo.
A gestire la procedura per il bando della rottamazione delle stufe a pellet, sul territorio veneto, è la società in house Veneto Innovazione S.p.A.
Il procedimento, nello specifico, è stato portato avanti in due fasi. La prima legata alla manifestazione di interesse, la seconda, invece, avrà fine entro il 7 maggio 2024: i soggetti, dunque, dovranno presentare la domanda di contributo alla quale dovranno allegare i documenti richiesti ai fini dell’ottenimento dello stesso.
È bene, dunque, tenere presenti queste informazioni, al fine di poter fruire di tale incentivo in modo da smaltire, correttamente, la propria stufa a pellet secondo le disposizioni previste dalla legge.