Meno tasse e importi più alti sul fronte delle pensioni: ecco tutte le novità in merito al fronte pensionistico italiano.
A partire dal 2024, gli assegni pensionistici saranno più corposi e non si dovranno pagare tasse per specifiche fasce reddituali. Questa novità è stata introdotta nella Legge di Bilancio 2024, approvata, lo scorso 16 2023, dal Consiglio dei Ministri. Scopriamo, insieme, tutte le novità in merito.
Per l’anno nuovo, sono previste diverse novità sul fronte delle pensioni. Secondo quanto si apprende dalla Legge di Bilancio per l’anno venturo, infatti, sono prorogate sia l’Ape Sociale che Quota 103, mentre Opzione Donna subirà una rivisitazione. Alcune fasce di reddito, però, potranno usufruire di una diminuzione delle tasse.
Nello specifico, la revisione che sarà attuata sulle aliquote IRPEF e la modifica delle detrazioni fiscali sono due delle principali novità previste dalla Legge di Bilancio 2024. Le aliquote IRPEF, nello specifico, saranno uguali per tutti, anche se sarà attuto un intervento sulle detrazioni, che cambiano a seconda delle categorie prese in esame.
Il governo, dunque, ha l’obiettivo di porre, sullo stesso piano, le detrazioni tra le varie categorie, al fine di far pagare a tutti le medesime imposte. Ciò avviene già per la fascia dei 50mila euro.
Le aliquote IRPEF, dunque, subiranno una riduzione: da quattro, infatti, passeranno a tre. Si ipotizza, nel dettaglio, l’elaborazione di una flat tax per tutti, anche se non si rinuncerà al criterio della progressività.
Seguendo questo discorso, la prima opzione interesserebbe gli scaglioni di reddito fino a 15mila euro per i quali sarebbe prevista un’aliquota del 23%. Tra i 15mila e i 50mila, invece, del 27%, fino ad arrivare a 43% per la fascia che supera i 50mila euro.
Pertanto, dovrebbero pagare più tasse coloro che hanno redditi fino a 20mila euro, ossia 90 euro in più, su base annuale, per chi guadagna fino a 15mila euro, 150 per chi incassa, invece, 20mila euro. Dopo tale soglia, si inizia a risparmiare: 100 euro in meno per i redditi di 35mila euro e 1.100 per chi arriva ai 50mila euro.
La seconda opzione, invece, si svolge in questo modo: 23% fino a 28mila euro, 33% tra i 28mila e i 50mila euro e il 43% dai 50mila in su. Pertanto, con tale scelta, si fa risparmiare tutti: 60 euro con un reddito da 15mila euro, 100 euro dai 20mila e 400 euro per chi arriva a guadagnare 35mila euro annui.
Alcune prestazioni INPS, infine, sono escluse dalla tassazione tra queste, quelle assistenziali e le pensioni previdenziali, cioè calcolate su contributi. C’è da specificare che la no tax area, relativa all’anno 2023, infine, è applicabile a redditi fino a 8.500 euro su base annuale.