Arriva il nuovo progetto formativo per le aziende, al fine di incentivare l’economia circolare tramite specifiche competenze: ecco la survey di CERES.
CERES ha stilato la survey che funge da progetto europeo che ha – come obiettivo principale – quello di colmare il gap di competenze che sono alla base di quella che viene definita economia circolare. Tale documento, rivolto specificamente alle aziende, ha come scopo quello di rilevare figure professionali e competenze necessari per attuare, al meglio, il modello circolare.
CERES, la survey su competenze aziendali ed economia circolare
CERES ha elaborato una survey nella quale si analizzano il divario tra le esigenze del mercato, per quel che concerne le abilità e le competenze e l’offerta formativa attualmente esistente in campo di economia circolare.
Il progetto, dunque, è diviso in quattro macro aree, nelle quali, oltre ai bisogni, sono analizzati anche lo sviluppo di curricula adeguati, sia sul piano della istruzione superiore che sulla formazione professionale.
C’è, inoltre, l’implementazione degli stessi mediante moduli e corsi svolti in hub digitali, in modo da far comunicare meglio il mondo dell’economia circolare con quello dell’educazione.
In questo modo, dunque, si sono individuate anche le competenze mancanti al fine di attuare questa sinergia tra i due campi citati.
Le competenze mancanti
Per affrontare, nel migliore dei modi, le sfide della transizione all’economia circolare al Green Deal europeo, c’è bisogno, dunque, di individuare anche le competenze mancanti, nei vari paesi partner.
Tra questi ci sono, appunto, l’Italia, la Francia, la Bulgaria, il Regno Unito e la Danimarca: un’azione, dunque, volta ad aprire la strada ad un’economia circolare condivisa.
Il tutto, adeguandosi alle trasformazioni che il mondo avrà anche nel prossimo futuro. La ricerca si focalizza, nello specifico, su quattro settori: RAEE, tessile, energia eolica e automotive.
Per questo motivo, il lavoro sarà guidato da partner del mercato del lavoro stesso che sono costantemente in contatto con le aziende. Tra questi, possiamo annoverare ECO, CleanTech Bulgaria, la danese Aalborg Universitet, il Politecnico di Milano, il CDCA (Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali), la scuola di business francese EPBS e il Politecnico di Bari.
L’obiettivo è quello di revisionare le proposte formative attualmente esistenti, sul piano europeo, e nei singoli Paesi, sia per quel che concerne l’istruzione e la formazione professionale, sia per quel che riguarda l’istruzione superiore.
La spinta è quella di sostenere e fornire competenze nuove all’interno del settore dell’istruzione, in ottica di economia circolare.
Grazie a questo approccio, la piattaforma online di networking – Circular Economy Digital Innovation Hub – faciliterà lo scambio di opportunità e conoscenze, nonché la collaborazione tra il mondo dell’economia circolare e quello della formazione. La survey, infine, sarà inviato a diverse aziende europee.