Per gli affitti brevi, si punta a una cedolare secca ancora più incisiva: la novità della nuova Legge di Bilancio 2024.
Novità in arrivo, nella Legge di Bilancio 2024, per quel che concerne la cedolare secca sugli affitti. Secondo una prima ipotesi dovrebbe essere introdotta una aliquota del 26% che andrebbe, nei fatti, a sostituire, quella in essere, pari al 21%.
Cedolare secca più alta per gli affitti brevi: l’ipotesi per il 2024
Dal 1° gennaio 2024, la cedolare secca per gli affitti brevi dovrebbe passare dall’attuale 21% al 26%. Al momento, però, si tratta solo di una ipotesi al vaglio per la nuova Legge di Bilancio 2024.
In tal senso, infatti, bisogna attendere, in quanto il testo del DDL Bilancio 2024 non è ancora disponibile. Maggiore chiarezza, infatti, potrà essere fatta nelle prossime settimane.
Sulla cedolare secca, allo stato attuale, si applica un’aliquota del 10% sugli affitti a canone concordato, mentre del 21% sulle locazioni restanti.
L’aliquota del 21% è applicata anche alle locazioni turistiche, definita, in tal senso “tassa Airbnb“. Con la Legge di Bilancio 2024, dunque, potrebbe essere avviato un percorso di regolamentazione che prevedrebbe, nei fatti, una maggiore tassazione sugli affitti brevi. Un modo, dunque, anche per arginare il fenomeno delle locazioni turistiche, riscontrabile in diverse città italiane.
Controllo delle locazioni su breve periodo
La regolamentazione sugli affitti turistici e brevi, dunque, dimostra la volontà dell’Esecutivo di agire sulla fiscalità in questo campo, rendendola, nei fatti, meno vantaggiosa e scoraggiando la pratica degli affitti brevi in alcune città dello Stivale dove è più presente, rispetto ad altre.
Non è la prima volta che ci si focalizza su questo tema: infatti, negli scorsi mesi, è stato annunciato un decreto ad hoc in materia di turismo. Al momento, dunque, si può applicare una tassazione più vantaggiosa, rispetto all’IRPEF prevista in caso di affitto turistico per massimo quattro appartamenti su base annuale.
Se si supera, infatti, tale limite c’è l’obbligo, per legge, di aprire la partita IVA, al fine di gestire le locazioni brevi. Di conseguenza, si effettua anche il passaggio alla tassazione IRPEF per scaglioni e aliquote.
Nei fatti, il passaggio obbligatorio a una tassazione IRPEF più incisiva si affianca, di conseguenza, alla presunzione di svolgimento dell’attività in forma imprenditoriale, con presentazione della SCIA e, come vi dicevamo, all’apertura della partita IVA.
Al momento, tali argomentazioni sono esclusivamente in fase di bozza, ma – in sostanza – potrebbero rientrare nella Legge di Bilancio 2024, che è in fase di delineamento. Certamente, non sarà semplice trovare – fin da subito – un accordo su questo spinoso argomento che richiede, come comprensibile, discussioni e, infine, un parere unanime, sia nella maggioranza, che nelle opposizioni.
Non ci resta, dunque, che attendere ulteriori evoluzioni su questa importante tematica e capire come sarà gestita in futuro.