Secondo un nuovo rapporto, le aziende si assicurerebbero poco contro i rischi derivati dai cambiamenti climatici. Scopriamo lo scenario nel dettaglio.
In occasione della Giornata dell’Educazione Assicurativa sul Legame tra il rischio climatico e l’agricoltura, è stato pubblicato, dall‘Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, il rapporto 2023 sui rischi da catastrofi naturali di sostenibilità, dal quale emergono diversi dati seriamente preoccupanti in merito alla relazione tra economia e rischi climatici.
Le aziende si assicurano poco contro i rischi climatici: i dati del rapporto
Secondo quanto emerge da questo recente rapporto, sarebbe solo il 6% delle aziende agricole ad assicurarsi contro i rischi climatici.
In totale, inoltre, sarebbe il 10% della terra coltivata ad essere assicurata da intemperie e maltempo. Il 79% della aziende assicurate si trova al nord anche se il maggior numero di tali imprese si trova nelle regioni meridionali.
La copertura assicurativa, dunque, sembra essere un di più e non un aspetto fondamentale della protezione della propria azienda e dell’economia: difatti, si tratta, in sostanza, di una questione puramente legata alle scelte individuali.
Il divario è tangibile per diverse ragioni, secondo l’IVASS. Gli agricoltori, in primis, sottovalutano il rischio che può derivare da dissesti climatici e considerano superflue o – comunque – costose le polizze assicurative.
Inoltre, cioè cose da considerare anche il fatto che il governo interviene soprattutto dopo l’evento dannoso: il che può incidere sull’eventuale scelta di stipulare un’assicurazione privata.
L’indagine dell’IVASS ha avuto una doppia finalità. La prima era quella di valutare il rischio di sostenibilità ESG, in relazione ai fattori ambientali, di governance e sociali e la seconda, invece, si è focalizzato su un’analisi degli investimenti che possono essere definiti “sostenibili” delle compagnie assicurative italiane.
Come ha dichiarato il presidente dell’IVASS, Federico Signorini, “La presenza di forti esternalità è un motivo strettamente economico per considerare la sotto-assicurazione dei rischi catastrofali una questione di interesse pubblico e giustifica la cooperazione tra pubblico e privato”.
I premi assicurativi e le somme legate ai danni da risarcire
Considerando il 2021, sono 2,1 miliardi i premi raccolti per i rischi climatici, che rappresentano il 6% del totale. Bisogna anche considerare che il rischio sismico ha raggiunto i 0,4 miliardi di euro. La grandine, invece, arriva a 1,2 miliardi di euro di premi.
Seguono, poi, le tempeste, con 619 milioni di euro, le inondazioni con 261 milioni di euro. Dal 2019 al 2021, gli oneri da sinistri climatici sono incrementati del 30%, per un totale di 440 milioni di euro ma, nel contempo, la raccolta assicurativa resta, in sostanza, stabile, passando da 1,9 miliardi a 2,1 miliardi.
Le compagnie, però, prevedono, per i prossimi anni, un aumento delle sottoscrizioni di polizze assicurative, al fine di essere protetti dall’impatto di catastrofi naturali. Di conseguenza, potrebbe registrarsi un aumento delle stesse assicurazioni.