I pagamenti nelle imprese slittano anche di 30 giorni: ecco lo scenario emerso dall’ultimo studio di CRIBIS.
Secondo un nuovo studio di CRIBIS, I pagamenti in azienda slittano sempre di più, a causa dell’andamento economico italiano, sul quale incide maggiormente l’inflazione. Una situazione, dunque, in cui si rivela un calo dei prestiti e, di conseguenza, la crescita stenta a decollare.
I pagamenti in ritardo hanno raggiunto il 9,4%, una percentuale incrementata di 9,1%, legata al terzo trimestre del 2022, secondo quanto emerge dallo studio di CRIBIS.
C’è, però, da sottolineare che tali ritardi non possono essere equiparati a quelli registrati nel quarto trimestre del 2019, dove la percentuale arrivò al 10,5% e del quarto semestre del 2020 – invece – al 12,8%.
Inoltre, il 41,1% delle imprese italiane effettua i pagamenti ai propri dipendenti in modo o puntuale, secondo quanto emerge da settembre 2023.
Mediamente, i pagamenti hanno la durata di 71 giorni, un lasso di tempo che rispecchia, in sostanza, la media nazionale.
Un buon risultato, inoltre, riscontrato nelle microimprese dove si registra un 42,8% delle stesse che elargisce i pagamenti in maniera puntuale. Tale categoria, però, registra anche il più alto tasso di ritardi gravi, che ammonta a 10,3%.
I ritardi maggiori si sono registrati, in particolare, nell’ultimo trimestre, soprattutto nel settore di bar e ristoranti: individuato, infatti, un 19,4% in più per quel che concerne ritardi gravi.
Per quanto riguarda, invece, il settore della grande distribuzione e dell’organizzazione, si è raggiunta una percentuale del 12%, legata al fatto che vi sia la necessità di tenere i prezzi su un certo livello di competitività.
Il settore dei servizi per le persone è una media inferiore ai 30 giorni.
Tra le imprese che riguardano maggiormente nella elargizione degli stipendi, ci sono quelle chimiche e della ceramica, con un tempo medio di 91 giorni.
Si passa, poi, al settore energia e telecomunicazioni che è una media di 69 giorni, all’industria siderurgica con 82 giorni, mentre la grande distribuzione e l’organizzazione hanno una media di 67 e 71 giorni.
Quelli che, però, subiscono maggiormente ritardi, più che concerne i pagamenti mensili, sono i dipendenti delle aziende di trasporti e delle costruzioni.
Nello specifico, il settore dei trasporti ha registrato un incremento del 21,5%, quello delle costruzioni, invece, il +16,5%. Passiamo, poi, servizi per le persone, con il tre 13,3%, installatori con il +12,7%, Energy&Telco con il +12,3% industria del legno dei mobili con il +11,1%.
Secondo quanto emerge dallo studio, dunque, questi ritardi deriverebbero, in sostanza, dall’inflazione e dalla fluttuazione dei costi delle materie prime. A questa già complessa situazione, si aggiungono anche la scarsa liquidità delle imprese, nonché l’instabilità dei mercati energetici.
Tra le imprese che mostrano maggiore criticità, si possono annoverare quelle del sud Italia e delle isole, mentre le imprese del Nord sarebbero quelle più affidabili.