L’Italia intende recuperare terreno in materia di educazione civica e finanziaria, inserendole all’interno dei programmi scolastici.
L’educazione finanziaria sarà presto introdotta all’interno dei programmi scolastici: questa è l’azione, prevista dal Consiglio dei Ministri, che fa parte del disegno di legge “Competitività“, ancora al vaglio al parlamento affinché diventi una legge vera e propria, per introdurre tale materia in tutte le scuole italiane nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica.
L’Italia vuole tornare in carreggiata, in merito all’educazione finanziaria e civica, dopo anni di proposte e discussioni effettuate su questo specifico argomento.
Pertanto, tali materie saranno introdotte all’interno dell’insegnamento dell’educazione civica nei programmi scolastici, in previsione del disegno di legge, ancora non ha provato ma al vaglio del Parlamento, definito legge “Competitività”, approvato dal Consiglio dei Ministri.
Un passo, oltretutto, importante sì andiamo lo sguardo all’indagine PISA, effettuata dall’OCSE, dalla quale è emerso che l’Italia si trova a 63º posto in merito alle competenze finanziarie di base.
Questi dati, nel dettaglio, fanno leva sui risultati emersi da un panel sottoposto a studenti di 15 anni che, a differenza dei coetanei di altri Paesi europei, sono meno informati riguardo le tematiche della cultura civica e finanziaria.
Introdurre l’educazione finanziaria nelle scuole permette ai bambini e ai ragazzi di informarsi, in maniera più approfondita sul campo della finanza, padroneggiando, nel contempo, i numeri, conoscendo i trend e le regole di investimento che sono alla base della società moderna.
Queste competenze, d’altronde, sul lungo termine, aiutano i giovani a diventare degli adulti consapevoli, capaci di effettuare delle scelte mirate in diversi ambiti, quali risparmio, la gestione del credito, gli investimenti e, anche, in materia di consumi.
Non solo: tali materie, permettono loro, infatti, di avere un rapporto equilibrato con il denaro e gestire bisogni e priorità evitando sprechi di risorse, ma anche ad evitare situazioni economiche difficile da affrontare nonché truffe.
In tal senso, dunque, la scuola è il luogo ideale al fine di poter cogliere le opportunità legate all’emancipazione economica, a prescindere dalle proprie origini, permettendo, agli studenti, nel contempo, di entrare, fin da subito, in contatto con concetti articolati che hanno bisogno, sicuramente, di un approfondimento.
Il primo promotore dell’educazione finanziaria nelle scuole è il Comitato Edufin, composto da Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dell’Istruzione e del Merito, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali, Banca d’Italia, Consob ai quali si aggiungono associazioni di categoria in ambito pensionistico, previdenziale e finanziario.
Edufin arredato il documento “linee guida per lo sviluppo delle competenze di educazione finanziaria nella scuola, destinato ai dirigenti scolastici nonché ai docenti al fine di introdurre l’inserimento dell’educazione finanziaria dell’offerta formativa degli istituti.