Esiste un’alternativa sulla pensione anticipata, che molti non conoscono. Scopriamo insieme cos’è l’indennità di 2 anni e come richiederla.
La pensione anticipata permette al lavoratore di accedere al trattamento pensionistico prima della tempistica stabilita. Negli ultimi mesi, in tal senso, si è parlato, in maniera costante, di prorogare le misure disponibili quali Opzione donna, Quota 103 e Ape Sociale anche per l’anno prossimo. Esiste, però, la possibilità di poter fruire di un’indennità di 2 anni alla pensione anticipata. Scopriamo insieme cos’è e come si può richiedere.
Indennità di 2 anni, l’alternativa alla pensione anticipata
Oltre alla pensione anticipata, esiste un altro strumento, poco conosciuto ai più, che consiste un’indennità di 2 anni la quale funge da ottima alternativa da considerare.
Ovviamente, il lavoratore, per poterla richiedere, deve rispettare una serie di requisiti che, nei prossimi mesi, potrebbero essere ulteriormente modificati per allargare la platea dei potenziali beneficiari.
Come in molti di voi sapete, la pensione anticipata può essere richiesta a partire dal compimento del 65º anno di età.
Questa alternativa, messa disposizione dei lavoratori che intendono lasciare il lavoro prima del previsto, potrebbe, alcuni casi, permettere loro di ricevere anche fino al doppio della pensione. Pertanto è necessario vagliare tutte le possibilità a disposizione del lavoratore.
Soluzione alternativa: la NASPI
La soluzione alla quale facciamo riferimento è la NASPI, che funge da indennità alternativa alla pensione anticipata e che può essere richiesta dai disoccupati INPS.
In sostanza, riguarda coloro che rimangono senza lavoro, una situazione spiacevole che, però, non dipende dalle loro scelte.
Pertanto, questa platea dei beneficiari può fare affidamento su questo specifico programma al fine di ottenere un’indennità fruibile mensilmente, la quale sarà calcolata sulle attività svolte nel corso dei quattro anni precedenti.
Tale indennità, poi, potrà essere erogata per metà delle settimane lavorative svolte in precedenza e fino ai 24 mesi successivi alla stessa. Pertanto, il lavoratore potrà far leva su un’indennità che coprirà due anni interi. A partire dei 65 anni, quindi, potrà fruire di questa indennità, per poi richiedere la pensione ordinaria di vecchiaia al compimento del 67esimo anno di età.
Questi due anni, inoltre, possono essere utilizzati anche per raggiungere i 43 anni di contributi che servono al fine di richiedere la pensione di vecchiaia.in questo arco di tempo, infatti, il lavoratore tecnicamente riceve contributi figurativi che possono servire per maturare 41 anni canonici che servono per andare in pensione.
Anche se, nei fatti, tali contributi sono inferiori a quelli ordinari possono incrementare l’importo pensionistico che, alla fine, a conti fatti, potrebbe essere anche più elevato rispetto a quello che si può ottenere con Quota 103 e Quota 41.
Pertanto, tale opzione è da considerare qualora, appunto, si perda il lavoro. Non vale, invece, nel caso in cui sussiste un licenziamento spontaneo.