I possibili rischi che si corrono utilizzando le bottiglie di plastica PET per le bevande. Ecco cosa dicono i ricercatori.
Tra i molti tipi di plastica, il PET (ossia polietilene tereftalato) è tra le plastiche più comunemente utilizzate. Ogni anno produciamo quasi 100 milioni di tonnellate di PET. Dalla sua invenzione negli anni ’40, il PET ha avuto un grande successo tra le materie plastiche, in quanto economico, leggero, dai molteplici usi: si realizzano, infatti, prodotti in plastica monouso, vestiti e peluche.
Dato che il PET è commercializzato come riciclabile, privo di BPA e “sicuro”, ci si chiede: quali sono i rischi?
Bottiglie di plastica in PET: un danno per l’ambiente e per la salute
Produrre PET comporta enormi costi e danni ambientali, visto che si utilizzano grandi quantità di risorse non rinnovabili (combustibili fossili), in un processo ad alto consumo di energia che emette gas serra e altri sottoprodotti pericolosi.
Il PET è riciclabile, ma è raramente riciclato. Solo circa l’11% (compreso il poliestere) è riciclato, mentre il resto è bruciato o gettato in discarica.
Le sostanze chimiche tossiche che fuoriescono dalla plastica – come il BPA – danneggiano l’ecosistema: nel corso del tempo, l’industria ha rapidamente sostituito il BPA con alternative “prive di BPA” che si sono rivelate altrettanto dannose. C’è, però, una sostanza che non è stata presa in considerazione: parliamo dell’antimonio.
L’antimonio è utilizzato come catalizzatore dominante per accelerare il processo di produzione della plastica PET.
Dopo la produzione, una parte di antimonio rimane nel prodotto di plastica e, potenzialmente, può entrare negli alimenti e nelle bevande. L’esposizione cronica ai composti dell’antimonio può portare a gravi problemi di salute tra cui cancro, problemi cardiaci, epatici e renali.
A differenza del BPA, si è sviluppato un atteggiamento volto a mitigare le preoccupazioni sull’antimonio, sostenendo che i livelli di tale sostanza negli imballaggi in plastica PET erano trascurabili e non rappresentavano un rischio per la salute. Inoltre, la plastica PET continua a essere commercializzata come “sicura”.
Lo studio di Defend Our Health
Defend Our Health, organizzazione no-profit che studia l’impatto della plastica petrolchimica sulla salute pubblica, ha commissionato uno studio indipendente per controllare le concentrazioni di antimonio nelle bevande più diffuse.
L’organizzazione ha acquistato bevande in bottiglie di plastica PET da 20 marchi leader tra cui Pepsi e Coca-Cola.
Nel 40% delle bevande, i livelli di antimonio nella bevanda stessa superavano 1 parte per miliardo (ppb).
Tra le bevande testate, le concentrazioni di antimonio più elevate sono state trovate nel V8 Juice di Campbell Soup Company (3,45 ppb), nella Coca Cola (2,20 ppb) e nel Gatorade Blue Raspberry di PepsiCo (1,78 ppb). L’esposizione cronica può causare danni al fegato e aumentare il rischio di tossicità d’organo, malattie cardiache e cancro.
Venendo alla plastica PET stessa, le concentrazioni di antimonio nelle bottiglie erano comprese tra 216 e 321 parti per milione (ppm), il che è preoccupante poiché la plastica PET continua a rilasciare antimonio quando esposta a calore.