Bisogna fare i calcoli giusti quando si decide di andare in pensione in anticipo: si rischia di perdere 1.400 euro.
Quando si opta per la pensione anticipata, è consigliabile fare calcoli precisi e specifici al fine di non perdere ben 1.400 euro dal cedolino. Per molti ritirarsi dal lavoro, prima del previsto, può essere una manna dal cielo, ma bisogna anche considerare gli aspetti negativi che possono insorgere, in relazione all’importo pensionistico finale.
Qualora si decida di andare prima in pensione, bisogna considerare che l’importo della stessa non sarà uguale a quello calcolato con un’uscita regolare dal mondo del lavoro.
In questo caso, infatti, bisogna considerare i contributi in più se si rimanda l’uscita, ma anche i coefficienti di trasformazione nel momento in cui l’età di uscita è più avanzata. A questi fattori, si affiancano anche le misure di pensionamento anticipato che, spesso, apportano delle importanti penalizzazioni ai lavoratori.
Se un lavoratore, infatti, decide di andare in pensione con un anno di anticipo può perdere, per sempre, più di 1.400 euro all’anno sull’assegno pensionistico. Se, ad esempio, prendiamo in considerazione Opzione Donna, può accadere che il ricalcolo contributivo può arrivare a tagliare l’assegno anche del 30%. Si potrebbero, in tal senso, elaborare nuove misure che prevedono tagli lineari per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni previsti dalla legge.
Esistono, poi, anche misure vincolate, tra le quali possiamo annoverare Quota 103 per la quale è previsto un assegno pensionistico che non prevede un importo superiore a 2,5 volte il trattamento minimo. A questa, si affianca l’APE Sociale che non permette di ottenere un assegno più alto di 1.500 euro.
Per calcolare i coefficienti, bisogna partire dalla carriera contributiva, legate ad attività di lavoro continua. Chi, ad esempio, rimanda l’uscita da 62 a 63 anni, potrà godere, dunque, di un anno di contributi in più e, quindi, di un assegno più corposo.
Il coefficiente, in questo caso, varia da 4,88% al 5,03%. Qualora, dunque, il lavoratore abbia un montante contributivo da 500.000 € è una retribuzione annua costante, con questo anno in più, può ottenere una pensione di circa 1.876 € lordi al mese, al compimento del 62º anno di età mentre a 63 anni, invece, l’importo può lievitare a 1.984 €.
Come si può notare, dunque, un anno fa nettamente la differenza: in questo caso, che funge da esempio limite, qualora il lavoratore decida di andare in pensione un anno prima va a perdere, nei fatti, 1400 €.
Facendo un calcolo approssimativo, si può comprendere quanto un anno in più di lavoro possa incidere notevolmente sull’individuazione dell’assegno pensionistico finale. Se non si è pratici, ci si può fare aiutare da un commercialista o da un Caf, che vi aiuteranno ad avere una visione più chiara e delineata.