Pensione minima con 35 anni di contributi: ecco a quanto ammonta il cedolino

Ecco a quanto ammonta il cedolino, qualora si ottenga la pensione minima con 35 anni di contributi. Tutte le informazioni da considerare. 

Pensionato con soldi
Pensionato con soldi – oipamagazine.it

Qual è la somma che troviamo sul cedolino qualora percepiamo una pensione minima con 35 anni di contributi? Questa è la domanda che molti lavoratori in procinto di andare in pensione si pongono. Scopriamo insieme cosa c’è da sapere al riguardo.

Pensione minima con 35 anni di contributi: le tipologie

Con 35 anni di contributi, il lavoratore ha accesso a una serie di tipologie di pensione.

Con questa anzianità contributiva, infatti, si possono ottenere la pensione di vecchiaia con 67 anni di età, Opzione Donna al raggiungimento dei 60 anni o dei 59 anni o con un figlio avuto ho 58 anni con due figli se fanno parte di categorie protette o, in alternativa, la pensione per lavori usuranti, per la quale sono richiesti 61,7 anni di età.

Pensionati
Pensionati – oipamagazine.it

A questi, si aggiunge anche l’Ape Sociale che si può fruire con 63 anni di età e almeno trent’anni di contributi versati. Non sono, però, inclusi i lavoratori che hanno svolto mansioni gravose per i quali, invece, servono 36 anni di contributi.

Il calcolo dell’assegno

L’importo finale che si visualizza sul cedolino pensionistico dipende, in sostanza, dei diversi fattori. Tra questi, possiamo annoverare l’età del lavoratore e della lavoratrice, il periodo in cui sono stati maturati i contributi, il numero di anni di contributi effettivamente versati.

Considerando il fatto che i contributi sono stati versati sia prima che dopo il 1996, per calcolare l’importo dell’assegno è necessario utilizzare il sistema misto che considera due quote.

Calcolo pensione
Calcolo pensione – oipamagazine.it

La prima quota, infatti, è calcolata con le regole del sistema retributivo per i contributi versati fino al 31 dicembre 1995; la seconda quota, invece, fa riferimento alle regole del contributivo riguarda, per l’appunto, i contributi versati a partire dal 1° gennaio 1996.

Facendo la somma delle due quote, otterremo l’importo lordo di un anno di pensione, tale importo, come potrete capire, dipende da soggetto a soggetto, in base alla propria carriera lavorativa e alla relativa retribuzione.

Opzione Donna, la misura più penalizzata

Tra tutte le misure relative al calcolo pensionistico, sicuramente opzione donna è quella più penalizzata, a causa del ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo, anche se i contributi sono stati versati prima del 1996.

Al fine di calcolare la pensione netta, a partire dalla somma lorda, è necessario sottrarre il bonus IRPEF, che, in sostanza, sarebbe l’ex bonus Renzi, l’IRPEF e le addizionali comunali e regionali. Nello specifico, l’IRPEF è un’imposta che è applicata anche ai redditi di lavoro e, conseguentemente, incide sul calcolo della pensione finale.

A queste sottrazioni, vanno aggiunte anche le detrazioni spettanti per poi arrivare al valore netto: pertanto, l’importo erogato è già detassato ed erogato al netto.

Impostazioni privacy