La produzione di energia elettrica da solare ed eolica è salita al 36% nel 2023: scopriamo insieme i dati dello studio Ember.
La prima metà del 2023, la produzione di energia da eolico e da solare è salita al 36%, secondo quanto possiamo apprendere da uno studio condotto da Ember, a cui fa capo o un gruppo di esperti di energia e di clima. Pertanto, in tal senso, le fonti rinnovabili stanno, pian piano, sostituendo i combustibili fossili.
Incrementata la produzione di energia da fonti rinnovabili, nel corso della prima metà del 2023.un dato significativo che vede scendere, d’altronde, la produzione elettrica derivata da combustibili fossili, quali il gas, il petrolio il carbone, del 33%.
Nel corso del tempo, dunque, potrà essere possibile ridurre, in maniera totale, l’utilizzo dei combustibili fossili a favore di energia e totalmente rinnovabili rispettose dell’ambiente.
Questi sono i dati che emergono da un nuovo studio condotto da Ember, che riguardano, da vicino, la produzione elettrica europea.
Tra gennaio e giugno del 2023, dunque, secondo quanto afferma Matt Ivan, analista di Amber, pare che i combustibili fossili abbiano generato 410 TWh nell’Unione Europea, ossia “la quota più bassa di sempre“.
Non solo: si è registrato, infatti, l’aumento del 36% dell’utilizzo dell’energia rinnovabili per la produzione di energia elettrica, nello specifico il 27% per l’energia solare ed eolica.
Un cambiamento essenziale è molto importante, in virtù della sostenibilità ambientale, ma anche a livello economico, considerando il fatto che il gas e il carbone hanno un costo estremamente alto e sono rischiosi per l’ecosistema.
Pertanto, l’Unione Europea sta cercando di eliminarli del tutto in maniera graduale, adottando soluzioni più green.
Bisogna anche considerare, inoltre, il fatto che la produzione di elettricità da combustibili fossi e diminuita del 17% tra gennaio e giugno del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, secondo quanto sostiene il nuovo rapporto.
Il calo più drastico si è registrato in cinque Paesi dell’Unione Europea, tra i quali possiamo annoverare l’Austria, la Bulgaria, l’Estonia, la Finlandia e il Portogallo, dove si è registrato un 30% in meno.
Va considerato anche il fatto che la domanda di elettricità ha raggiunto i 1.261 TWh, il valore più basso, secondo il rapporto, registrato dal 2008 per quel che concerne gli Stati membri.la cosa interessante è che tale dato è inferiore anche al minimo storico raggiunto in pandemia nel 2020, pari a 1271 TWh.
Come spiegano gli autori di questo studio, è essenziale che l’Europa abbracci metodologie di produzione di energia elettrica basate non sul combustibili fossili, bensì su fonti di energia rinnovabile, come l’eolico e il solare, con lo scopo di sviluppare quello che loro definiscono “un’economia resiliente“, all’interno del territorio europeo.