Non sempre capita che i genitori si trovino in accordo sulle cure mediche e i vaccini dei figli. Cosa accade in casi del genere?
Ma cosa dici la legge a questo riguardo? Cosa bisogna fare nel momento in cui i genitori non si trovano d’accordo sul fare o meno un vaccino al proprio figlio? Vediamo cosa è accaduto in passato attraverso alcune sentenze.
Spesso capita che i genitori litighino a causa di decisioni da prendere inerenti alla salute dei propri figli.
Ma cosa accade nel momento in cui uno dei due risulta essere favorevole al vaccino mentre l’altro invece non vuole assolutamente che il figlio si sottoponga a tutto ciò?
Numerose sono state le sentenze che in Italia si sono trovate ad affrontare, delle questioni del genere in cui si vanno ad offrire delle risposte abbastanza precise.
Nel momento in cui i genitori si trovavano in contrasto su decisioni molto importanti tra cui quelle mediche, la legge italiana dà la possibilità di chiedere aiuto ad un giudice per trovare una soluzione al problema.
Questo è quanto stabilito all’interno dell’articolo 316 comma 2 del codice civile.
Dopo aver ascoltato sia la madre che il padre, sarà il compito del giudice suggerire la decisione che secondo lui è migliore per il figlio in questione.
Non si fa riferimento quindi ad una terza decisione ma all’appoggiare le scelte di uno dei due genitori.
Nel caso in cui invece non si riesce a trovare un accordo, il giudice va ad attribuire il potere di decisione al genitore che ritiene più adatto alla cura del figlio.
Alcune sentenze recenti hanno stabilito che il genitore favorevole al vaccino, ha la possibilità di decidere il tutto in totale autonomia, senza avere necessariamente bisogno del consenso del secondo genitore.
Tutto ciò accade perché è la comunità scientifica a consigliare il vaccino, Ed è per questo che il genitore favorevole ha la possibilità di ottenere l’autorizzazione da parte del giudice.
Nel caso del vaccino anti-Covid, in base a ciò che afferma la giurisprudenza, colui che è favorevole al vaccino, ha la possibilità di valutare in maniera autonoma se far somministrare o meno la dose al figlio minorenne.
Non manca poi un caso alquanto interessante proveniente da una decisione presa dal Tribunale di Roma. In caso di una diagnosi di ipoacusia e di otite in un minore, nel caso in cui un genitore vuole avvalersi delle cure omeopatiche mentre l’altro è contrario, la decisione che prevale è quella presa dalla medicina ufficiale.