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Economia e Finanza

Redditi in nero: cosa accade con l’assegno di mantenimento?

Potrebbe capitare che non venga concesso l’assegno divorzile nel caso in cui si trova di fronte a delle irregolarità fiscali.

Redditi in nero- Oipamagazine.it

Questo è un momento che si presenta quando si scoprono delle entrate in nero, un qualcosa che va ad influire in maniera negativa sulla scelta del giudice.

Cosa accade all’assegno di mantenimento quando si hanno debiti con il fisco

Al centro dell’ordinanza 24995 resa pubblica il 22 agosto del 2023 troviamo proprio argomenti inerenti all’assegno di mantenimento e a ciò che accade nel momento in cui si hanno dei compensi provenienti da lavori non dichiarati.

Insomma si tratta di una vera e propria sentenza in cui un uomo aveva chiesto assegno divorzile all’ex moglie che, secondo le sue parole, era molto più ricca di lui.

I giudici però immediatamente si sono trovati in disaccordo con questa richiesta in quanto, alla base del rigetto della domanda, vi era un accertamento fiscale ottenuto dal richiedente per un importo pari a 187.000 euro.

Egli inoltre viveva all’interno di un appartamento della grandezza di 280 mq che però non era intestato a lui, bensì ai figli.

Insomma, erano questi elementi abbastanza sufficienti per affermare che l’uomo era molto più benestante di come volesse far credere.

È possibile perdere l’assegno di mantenimento se si possiedono redditi in nero?

In base a ciò che afferma la Cassazione, la risposta è positiva in quanto, coloro che hanno dei proventi inerenti al redditi in nero possono non poter accedere all’assegno divorzile.

Assegno di mantenimento- Oipamagazine.it

Ovviamente si tratta di una decisione inerente al fatto che coloro che possiedono redditi non dichiarati si trovano comunque ad avere a disposizione i mezzi necessari per sopravvivere.

Inoltre, nel caso in cui un coniuge ha molta più ricchezza dell’altro, non è detto che l’assegno divorzile scatti in maniera automatica in quanto bisogna, in ogni caso, capire il motivo e le differenze economiche tra i due soggetti.

Si tratta di motivazioni che non dipendono da colpevole inerzia di colui che effettua la richiesta. Ed è per questo motivo che, in caso in cui uno dei due risulta essere più povero ma può comunque mantenersi da solo, non può ottenere nessun diritto all’assegno.

In questo modo, colui che ottiene un reddito di un insegnante non ha la possibilità di richiedere l’assegno familiare nel caso in cui l’ex coniuge ha un patrimonio molto più vasto del suo.

Stessa cosa accade nei momenti in cui ci si trova di fronte ad una donna disoccupata che però ha tutte le potenzialità per trovare un lavoro.

I criteri che usa il giudice per capire se concedere o meno l’assegno di mantenimento

Per decidere se dare o meno l’assegno di mantenimento, il giudice fa riferimento all’analisi delle ultime dichiarazioni dei redditi.

Può anche scegliere di andare oltre i dati formali e ricostruire la situazione residua attuale, partendo da numerosi altri elementi sintomi del tenore di vita effettivo.

Sentenza- Oipamagazine.it

Inoltre la Cassazione nega il mantenimento anche su dati di presunzione basati su indizi che concordano tra loro, ossia degli indizi caratterizzati da:

  • gravità, ossia la probabilità che un qualcosa di ignoto sia vero, basandosi su quello conosciuto;
  • precisione, ossia quando ci si riferisce ad un fatto noto e alla sua chiarezza storica;
  • concordanza, in cui le presunzioni si basano su più elementi che vanno a convergere nella medesima direzione

Ma cosa vuol dire tutto ciò per il richiedente? Nel caso in cui colui che effettua la richiesta possiede dei debiti con il fisco e ha delle irregolarità del patrimonio, la richiesta potrebbe essere accolta.