Sul cambiamento climatico incide l’utilizzo di armi e di mezzi militari. Scopriamo insieme in che misura.
Durante le guerre, si consumano grandi quantità di energia: ciò contribuisce, in modo significativo, al cambiamento climatico. La riduzione delle emissioni militari dovrebbe essere incluso, come obiettivo, nelle strategie climatiche nazionali, al fine di capire come agire, nella pratica, per contrastare le emissioni, non solo delle attività militari sul campo, ma anche della produzioni di armi da parte delle industrie preposte.
Cambiamento climatico e uso di armi militari: aumento delle spese e delle emissioni
Crisi climatica e spesa militare globale sono strettamente connesse, tenendo conto della crescita dei conflitti, tra i quali c’è quello tra Russia e Ucraina, solo per citarne uno a livello mondiale.
È fondamentale, dunque, che gli Stati tengano conto delle emissioni di gas serra del comparto militare, al fine di trovare soluzioni per tenerle sotto controllo. Bisogna, dunque, agire con l’obiettivo di calmierare il costo ambientale della tecnologia e delle attività militari che, nei fatti, hanno un forte impatto sull’ambiente.
Carburante, attrezzature e catena di fornitura
L’energia utilizzata nelle basi militari, nonché l’utilizzo di carburante derivante dal funzionamento di attrezzature militari, tra le quali possiamo annoverare aerei, navi militari e veicoli terrestri, sono spesso considerati come i principali responsabili delle emissioni di gas serra.
La produzione di armi e la catena di approvvigionamento militare svolgono – quindi – un ruolo significativo nel costo del carbonio della guerra.
La vendita di armi da fuoco ha uno specifico prezzo legato al carbonio: dall’estrazione delle materie prime, fino alla produzione da parte delle società di armi, per poi passare all’utilizzo delle stesse da parte dei militari, fino allo smantellamento e allo smaltimento a fine vita.
L’idea di una produzione di armi più ecologica o socialmente responsabile sembrerà ironica a molti. Diverse aziende di tecnologia militare producono – tuttavia – rapporti sulla responsabilità sociale delle imprese, fornendo dati ambientali e sulle emissioni di gas serra.
Aviazione e flotta navale
La guerra contemporanea è basata sull’aviazione, che – nello specifico – emette grandi quantità di gas serra durante la produzione e il funzionamento.
I jet militari – in genere – volano ad altitudini più elevate rispetto ai velivoli delle compagnie aeree commerciali.
Oltre a emettere gas serra, gli aerei che volano ad alta quota possono anche causare ulteriori effetti di riscaldamento atmosferico a causa delle scie lasciate dagli aerei, che possono persistere nel tempo.
Nel complesso, l’aviazione rappresenta circa il 3,5% del riscaldamento globale.
Pertanto, è importante includere, all’interno dei programmi politici ed economici degli Stati membri, delle misure che permettono di contenere le emissioni di carbone rilasciate dal comparto bellico – dalle industrie produttrici di armi alle attività militari – proprio come, di solito, si agisce nei confronti delle aziende delle imprese che, come sappiamo, devono adeguarsi ad un certo standard al fine di tutelare l’ambiente e il clima.