Nel momento in cui pensiamo all’economia del dono, spesso la nostra mente ci riporta ad una pratica quasi marginale. Nonostante ciò, se decidiamo di fare un passo indietro e di cambiare la nostra prospettiva, riusciremo a capire in che modo l’economia del dono viene sempre più utilizzata.
Infatti, basandosi ad un livello molto più profondo, l’economia del dono riesce a proporre un modo del tutto nuovo per confrontarsi con il denaro. In ogni caso, è molto importante cercare di comprendere a cosa si fa riferimento nel momento in cui si parla di questa economia e per quale motivo con sempre facile comprenderla.
Nel momento in cui parliamo di economia del dono, facciamo riferimento ad una forma di scambio di servizi e beni i quali vengono dati in maniera libera e senza scambio monetaria o cercare di ottenere qualcosa in cambio.
In poche parole l’economia del dono si porta a fare un salto nel passato, ritornando all’epoca del baratto in quanto viene nessuna aspettativa né di reciprocità né di quid pro quo.
Ogni transazione all’interno di questo tipo di economia, risulta essere di natura altruistica in quanto l’unico scopo è quello di cercare di soddisfare i bisogni di colui che si ha di fronte.
Tutto ciò non vuol dire che anche le transizioni monetarie vengono escluse da questo tipo di economia.
Ma facciamo alcuni esempi per capire meglio di cosa stiamo parlando:
Tra i vantaggi dell’economia del dono, troviamo il fatto che si può provvedere a bisogni che alcuni non riescono a ricambiare con i mezzi a disposizione.
Spesso capita che l’economia del dono viene contrapposta con l’economia del mercato.
Si tratta di una semplificazione anche se ci sono delle notevoli differenze. Infatti l’economie di mercato si basa su scambi incentrati sulla vendita e sull’acquisto dietro un compenso economico.
Quindi, uno scambio di mercato risulta essere specifico e quantificabile mentre l’economia del dono non ha bisogno di denaro per poter funzionare.
Nonostante tutto sembra essere abbastanza difficile credere ad un mondo in cui il denaro non ricopre nessun tipo di posizione.
In ogni caso sono state le piattaforme digitali ad aver dato i loro contributo a fare in modo che l’economia del dono potesse diffondersi.
Sappiamo, infatti, che esistono delle piattaforme – tra le quali ‘freecicle‘ oppure numerosi gruppi di Facebook – che vanno a regalare delle cose indesiderate in maniera del tutto gratuita.
Si tratta di gruppi che appartengono all’economia della condivisione e che all’inizio erano strettamente legati alla zona reciproca andando così a concentrarsi solo sulla condivisione oltre che sui valori ecologici.