Arrivano novità in merito a Opzione Donna. Il Governo potrebbe eliminare un requisito per andare in pensione a 58 anni.
Ormai è iniziato il conto alla rovescia per la manovra finanziaria. Ma quali sono le novità previste? Si parla di allargare Opzione Donna, ossia quella misura che permette alle donne lavoratrici di andare prima in pensione, esattamente quando hanno raggiunto i 60 anni di età.
Negli scorsi anni tale soglia erano di 58-59 anni, ma con questa età si può andare in pensione anticipata soltanto se si ha un figlio (59 anni) e si si hanno due figli (58 anni). E la soglia dei contributi? 35 anni di versamento.
Chi può aderire a Opzione Donna? Le caregiver che assistono da 6 mesi un parente di 1° grado oppure un coniuge, le invalidi civili con invalidità al 74%, le lavoratrici che sono state licenziate oppure lavorano presso aziende in crisi. Per quanto riguarda il calcolo della pensione, viene usato il metodo contributivo.
La massima riduzione di 2 anni viene prevista soltanto per le lavoratrici o licenziate da un’impresa dove è attivo il tavolo di confronto per gestire la crisi aziendale, anche se non hanno figli.
Nel caso specifico, Opzione Donna può essere richiesta anche con 58 anni e 35 anni di contributi versati e maturati alla data del 31 dicembre 2022.
Opzione Donna: le novità dal Governo
Attualmente, il Governo Meloni valuta l’ipotesi di eliminare per le caregiver, dipendenti o licenziate dalle aziende in crisi e per le invalide col 74% di invalidità il paletto dei figli, in modo da consentire loro di andare in pensione a 58 anni anziché a 60 anni.
La certezza matematica ancora non c’è, ma sembra che la conferma di Quota 103 nel pacchetto pensione della prossima manovra finanziaria non dovrebbe essere messa in dubbio.
Questa misura permette di andare in pensione a 62 anni almeno e dopo aver versato 41 anni di contributi. L’esecutivo, intanto, pensa anche alla possibilità di estendere l’Ape Sociale.
I piani governativi secondo Claudio Durigon
Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e appartenente alla Lega, nei giorni scorsi ha anticipato il piano governativo.
“Oggettivamente, credo che allo stato attuale il nostro obiettivo resta la conferma di Quota 41 con 62 anni, Quota 103 e come allargare l’Ape Sociale”.
Entrando nel merito di Opzione Donna, Durigon ha affermato che “sono in corso delle valutazioni su come dare ristoro alle donne. Abbiamo gestito l’opzione come in precedenza, poiché siamo convinti che il dispendio salariale per le donne sia notevole. Il 30% in meno rappresenta un esborso esoso”.
Nel primo semestre del 2023, secondo l’INPS, le pensioni con Opzione Donna ammontano a 7.536, mentre nel 2022 erano 24.559, con la maggior parte che percepisce meno di 1.000 euro al mese.