L’INPS ha rilasciato nuove istruzioni in merito al riscatto della laurea. Andiamo a vedere quali sono le nuove disposizioni.
Arrivano dall’INPS istruzioni importanti per i lavoratori che hanno scelto di passare al sistema contributivo, presentando contemporaneamente la domanda per riscattare la laurea.
L’Istituto previdenziale ha dichiarato che la quota di costo inerente ai contributi che sono coperti dal riscatto della laurea vanno versati tutti entro 90 giorni. Andiamo a vedere cosa ha chiarito l’INPS e le novità in merito.
L’INPS ha chiarito che il costo del riscatto viene calcolato in base al criterio della riserva matematica soltanto per la parte in cui entra in gioco il contributo minimo mensile, il quale diventa necessario per ottenere l’iscrizione in una data antecedente al 31 dicembre 1995.
Il discorso cambia totalmente per i costi rimanenti, su quali vengono effettuati calcoli a percentuale.
Entrando nello specifico del messaggio INPS n. 2564, i periodi che vanno riscattati sono quelli con requisiti contributivi, fondamentali per poter scegliere.
L’opzione per aderire al sistema contributivo va esercitata durante la carriera lavorativa oppure quando va presentata la domanda per accedere alla pensione.
La richiesta va inoltrata soltanto se ci sono i requisiti contributivi seguenti:
Detto in parole povere, il lavoratore che ha maturato un’anzianità di almeno 18 anni alla data del 31 dicembre 1996, non avrà diritto a richiedere l’accesso al sistema contributivo.
Quindi, per la spesa da sostenere per il riscatto della laurea, il costo deve essere stabilito usando il criterio della riserva matematica se l’assicurato ha raggiunto il requisito di un contributo maturato prima della data dell’1 gennaio 1996, oppure se ha raggiunto il requisito dei 15 anni di contributi, di cui cinque prima del 1996.
Per ciò che concerne il periodo rimanente, verrà usato il calcolo percentuale. Nel caso in questione, il periodo da prendere in considerazione e che consente al lavoratore di qualificarsi come iscritto è quello antecedente al 31 dicembre 1995.
Bisogna puntualizzare che le informazioni rilasciate dall’INPS riguardano esclusivamente coloro che hanno perfezionato i requisiti richiesti per passare al sistema contributivo, con i periodi da riscattare già considerati acquisiti.
Un classico esempio in tal senso è quello di chi ha versato 15 anni di contributi oppure da coloro che hanno acquisito un’anzianità precedente alla data del 1° gennaio 1996, prendendo sempre in considerazione gli anni ancora da riscattare.
Tutti coloro che non fanno parte delle casistiche fin qui viste, sono tenuti a rispettare quanto indicato dall’INPS nel messaggio n. 1631 datato 13 aprile 2022.
Per quanto riguarda la presentazione delle domande, bisogna usare le modalità che sono già in uso, ossia il sistema SIN.
Se i casi suddetti dovessero effettivamente generarsi, lo stesso sistema creerà un messaggio in cui verrà indicato se l’opzione di entrare nel sistema contributivo e la domanda per riscattare la laurea sono state presentate insieme.
Nel caso in cui il periodo che viene richiesto attraverso il riscatto diventa determinante anche per raggiungere il requisito utile a esercitare l’opzione contributiva, il calcolo dell’importo che andrà versato verrà fatto usando quello a percentuale.
L’operazione esclude in automatico il contributo minimo inerente a un mese, il quale è fondamentale per l’acquisizione della qualifica di registrato alla data del 31 dicembre 1995. È l’unico importo che viene calcolato utilizzando il criterio della riserva matematica.
In che modo il lavoratore dovrà effettuare il pagamento? Entro 90 giorni partendo dalla data in cui gli è stato notificato il riscatto, in un’unica soluzione e usando il modello F24.
Ciò nell’eventualità in cui la quota inerente ai periodi assoggettati al riscatto risultano essere fondamentali per perfezionare i requisiti di adesione al sistema contributivo. E la somma restante? Questa viene caricata sulle rate inerenti al piano di ammortamento.
Se il pagamento della quota viene fatto entro la scadenza di 90 giorni, l’INPS potrebbe ritenere che il lavoratore abbia volutamente rinunciato a presentare la domanda di riscatto.
Quando il pagamento del riscatto viene effettuato in un’unica soluzione, sia quella di una rata o della quota, l’adesione al contributivo diventa esplicita.