Controllare l’inflazione attraverso specifiche misure a sostegno delle famiglie: ecco le mosse della BCE.
La BCE sta studiando un piano, basato su 500 misure fiscali – proposte da diversi Paesi della zona Euro – per tenere sotto controllo il costo dell’energia e alleviare il peso della crisi e dell’inflazione che stanno gravando, in particolare, sulle famiglie.
Queste ultime hanno bisogno di supporto in questo momento storico in cui diversi fattori intervengono, negativamente, sull’inflazione. Tra questi, l’aumento dei tassi interesse, nonché l’aumento dei costi dei beni di prima necessità.
L’inflazione potrebbe superare il 3%, nel corso del 2024, secondo quanto sottolinea la BCE nelle sue ultime stime.
L’inflazione, infatti, si attesta al 5,3% nella zona euro: un problema che – come si può immaginare – non può risolversi in pochi mesi.
Se l’inflazione resterà particolarmente alta, per un periodo lungo, potrebbe comportare un rialzo, oscillante tra il 50% e il 75%.
È fondamentale, dunque, dare alle famiglie la possibilità di poter fruire di prezzi dell’energia più accessibili, rispetto a quelli imposti negli ultimi tempi.
La BCE, dunque, pensa di alzare il tasso sui depositi da -0,50% al 3,75%: una situazione delicata che, in sostanza, mette in bilico anche eventuali aumenti salariali a cui i lavoratori aspirano da tempo, utili – nei fatti – anche per incrementare il potere d’acquisto delle famiglie.
L’OCSE ha spiegato che l’inflazione dovrebbe subire un calo nel 2024, tanto da dover passare dal 5,8% del 2023 al 3,2% per il 2024.
Una percentuale che, al di là delle previsioni, resta – ad ogni modo – alta, considerando gli obiettivi che si è posta la Banca Centrale Europea, che punta, invece, a un 2,9%.
Si dovrebbe approdare – sul lungo termine – a una stabilizzazione dei prezzi, nonostante tutte le difficoltà che potrebbero emergere in itinere.
In merito all’inflazione, l’OCSE ha affermato che per tenerla sotto controllo, bisogna incrementare gli sforzi, in modo che la politica fiscale sia orientata in modo più mirato.
La crisi dei prezzi e del costo della vita, d’altronde, sono strettamente connesse al conflitto scoppiato tra Russia e Ucraina e non solamente legate, come si potrebbe supporre, all’incremento dei prezzi dell’energia.
“La ripresa nell’Unione Europea e nella zona euro è stata perturbata dallo shock legato ai prezzi dell’energia e alla crisi del costo della vita seguite alla guerra di aggressione condotta dalla Russia contro l’Ucraina“, evidenzia l’OCSE.
Per quel che concerne gli aiuti di Stato, l’OCSE sottolinea che gli aiuti pubblici possono essere giustificati, anche se dovrebbero essere elargiti senza danneggiare la concorrenza per favorire le imprese che si trovano nei vari Paesi dell’Europa, i quali fanno leva su risorse più consistenti.
Tali risorse, dunque, dovrebbero essere utilizzate in maniera calibrata, senza danneggiare alcun soggetto economico che si muove in questo specifico contesto economico.